Una tappa di media lunghezza ma particolarmente intensa, per dislivello e alcune criticità del percorso, ci porta nel cuore del Monte Limbara (1.362 mm), terza cima della Sardegna, autentico gioiello della Gallura.
La tappa rappresenta una variante al Sentiero Italia (che da Monti procede direttamente verso Calangianus), preferita per attraversare l'imperdibile gruppo del Limbara, uno dei vanti dell'entroterra gallurese.
Tappa da evitare nei mesi centrali estivi.
Non bisogna sottovalutare l’itinerario. Il tratto di sentiero che, usciti dal fitto bosco, sale in direzione di Punta Bandiera, è particolarmente ostico per via della vegetazione invasiva che rende la traccia quasi invisibile, e del fondo ripido e dissestato: occorre essere ben allenati e avere un buon senso dell'orientamento (oltre che aguzzare la vista per scorgere gli ometti di pietra e monitorare frequentemente la traccia GPS).
Punti acqua assenti dopo il Giardino delle Farfalle: portarne buona scorta.
Usciti dal paese di Berchidda, iniziamo subito la lunghissima salita (1.000 m D+ ca.) al Limbara. Dopo un primo tratto su asfalto, ci immettiamo in una strada sterrata e la seguiamo, con pendenza sempre moderata; quindi, giunti nei pressi di un cancello, prendiamo il sentiero sulla sinistra e lo seguiamo fino a riprendere la strada sterrata, giungendo poco dopo al bell'Arboreto Mediterraneo del Limbara (o Giardino delle Farfalle), dove troviamo anche una fontana. Continuiamo su sterrata fino ad arrivare nei pressi di un laghetto (con annessa struttura chiusa e nuova fontana), quindi lo costeggiamo tenendocelo sulla sinistra e procediamo ancora con pendenza moderata.
Poi la strada sterrata lascia il posto al sentiero ed entriamo in un fitto bosco, molto suggestivo; continuiamo a prendere quota godendoci l'ombra finché possibile. Usciti dal bosco, la traccia si fa davvero esigua, semi-inghiottita dalla vegetazione; il fondo è spesso connesso e la pendenza a tratti è molto accentuata. Continuiamo così fino a giungere in un ampio pianoro, dove riprendiamo fiato: ci aspetta infatti l'ultimo strappo, piuttosto faticoso (ma il tracciato si fa quantomeno più chiaro). A est ammiriamo il severo profilo dell'isola di Tavolara.
Infine giungiamo sull'ampia dorsale del Limbara; innanzi a noi troneggia il pinnacolo di Punta Bandiera. Svoltiamo a sinistra e, finalmente su buon tracciato, proseguiamo in saliscendi verso Punta Balistreri. Affrontiamo uno strappo ripido ma breve e giungiamo nei pressi di alcune grandi antenne, quindi proseguiamo (una breve deviazione ci consente di ammirare dall'alto un bellissimo arco di pietra). Continuando, giungiamo nei pressi di Punta Giugantinu, che vale la pena di essere scalata: la salita, del tutto opzionale, richiede attenzione ma è molto breve (non c'è un sentiero, occorre procedere a vista lungo le ripide rocce). Una volta lassù, ci godiamo un'incredibile vista sulla costa settentrionale, da Capo Testa all'Asinara; se la giornata lo consente, intravediamo anche i monti corsi.
Tornati su sentiero, andiamo perdendo quota (200 m D- ca.) entrando all'interno di un bosco di conifere, fino a immetterci in una strada forestale, che seguiamo verso sinistra; poco dopo, ce ne stacchiamo per prendere un sentierino sulla destra, valichiamo un colle (passando accanto all'eliporto) per poi giungere a Vallicciola, autentica oasi di tranquillità.
Usciti dal paese di Berchidda, iniziamo subito la lunghissima salita (1.000 m D+ ca.) al Limbara. Dopo un primo tratto su asfalto, ci immettiamo in una strada sterrata e la seguiamo, con pendenza sempre moderata; quindi, giunti nei pressi di un cancello, prendiamo il sentiero sulla sinistra e lo seguiamo fino a riprendere la strada sterrata, giungendo poco dopo al bell'Arboreto Mediterraneo del Limbara (o Giardino delle Farfalle), dove troviamo anche una fontana. Continuiamo su sterrata fino ad arrivare nei pressi di un laghetto (con annessa struttura chiusa e nuova fontana), quindi lo costeggiamo tenendocelo sulla sinistra e procediamo ancora con pendenza moderata.
Poi la strada sterrata lascia il posto al sentiero ed entriamo in un fitto bosco, molto suggestivo; continuiamo a prendere quota godendoci l'ombra finché possibile. Usciti dal bosco, la traccia si fa davvero esigua, semi-inghiottita dalla vegetazione; il fondo è spesso connesso e la pendenza a tratti è molto accentuata. Continuiamo così fino a giungere in un ampio pianoro, dove riprendiamo fiato: ci aspetta infatti l'ultimo strappo, piuttosto faticoso (ma il tracciato si fa quantomeno più chiaro). A est ammiriamo il severo profilo dell'isola di Tavolara.
Infine giungiamo sull'ampia dorsale del Limbara; innanzi a noi troneggia il pinnacolo di Punta Bandiera. Svoltiamo a sinistra e, finalmente su buon tracciato, proseguiamo in saliscendi verso Punta Balistreri. Affrontiamo uno strappo ripido ma breve e giungiamo nei pressi di alcune grandi antenne, quindi proseguiamo (una breve deviazione ci consente di ammirare dall'alto un bellissimo arco di pietra). Continuando, giungiamo nei pressi di Punta Giugantinu, che vale la pena di essere scalata: la salita, del tutto opzionale, richiede attenzione ma è molto breve (non c'è un sentiero, occorre procedere a vista lungo le ripide rocce). Una volta lassù, ci godiamo un'incredibile vista sulla costa settentrionale, da Capo Testa all'Asinara; se la giornata lo consente, intravediamo anche i monti corsi.
Tornati su sentiero, andiamo perdendo quota (200 m D- ca.) entrando all'interno di un bosco di conifere, fino a immetterci in una strada forestale, che seguiamo verso sinistra; poco dopo, ce ne stacchiamo per prendere un sentierino sulla destra, valichiamo un colle (passando accanto all'eliporto) per poi giungere a Vallicciola, autentica oasi di tranquillità.
Tra i più importanti nuraghe galluresi c'è il Nuraghe Majori, situato a Conca Marina, a pochi chilometri dal centro abitato di Tempio Pausania.
Tra i boschi di sughero, leccio e roverella, si innalza questo nuraghe monotorre costruito con rocce granitiche cavate in loco. Caratterizzato dal corridoio centrale, presenta una struttura irregolare il cui piano terreno, composto da due camere, è ancora integro.
Il sito fu saccheggiato in tempi remoti dai locali per farne muretti a secco che separavano le proprietà private; in seguito, il generale La Marmora (consigliere militare di Cavour durante il Risorgimento) decise di smembrare il corpo del nuraghe per andare alla ricerca di manufatti. All'interno del sito si trova una colonia di pipistrelli appartenenti a una micro specie molto rara.
Nel centro abitato di Tempio Pausania c’è Piazza Faber, progettata dal famoso architetto Renzo Piano e dedicata a Fabrizio De André.
Il grande cantautore genovese trascorse parte della sua vita all'Agnata, una bellissima località nel comune di Tempio. Agnata vuol dire in gallurese "angolo nascosto, riparato dai venti" e oggi si è trasformata in un Boutique Hotel, per coloro che amano luoghi fuori dai circuiti turistici di massa.
L'Agnata fu anche il luogo in cui De Andrè fu rapito insieme alla compagna Dori Ghezzi, ma nonostante ciò continuò ad essere un luogo di ispirazione per il poeta cantautore che trovò in questa località incantata un nuovo modo per entrare in ascolto della natura (per molti anni qui vissero senza elettricità).
L'Agnata rappresenta anche un progetto concreto di coltivazione e di allevamento e fu tra i primi in Italia a diventare un agriturismo, quancdo ancora De André era in vita.
Tipiche della cucina sarda sono le panadine, piccoli cestini di pasta briseè che possono essere riempiti con ogni ben di Dio: carciofi, piselli, salsiccia o il più classico agnello e patate.
Si tratta di tortine salate tipiche di Oschiri, dove se ne tiene la più importante sagra, e sono con tutta probabilità un lascito spagnolo. Protagoniste del pranzo domenicale o delle feste comandate, un tempo venivano servite ripiene di anguilla.
Monte Limbara Nature Hotel, a Vallicciola. Tel. +393938019224
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Olbia.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!