Una tappa corta e tutta in discesa, con cui salutiamo il Parco del Pollino ed entriamo in Calabria, giungendo allo splendido borgo di Morano Calabro.
Attraversato Piano Gaudolino rientriamo nel bosco infilandoci nel vallone e attacchiamo subito la lunga discesa (1.000 m D- ca.), verso la piana di Morano. Il sentiero, sempre chiaro, scende con pendenza a volte decisa ma agevole. Dopo diversi km, passiamo un brevissimo tratto pianeggiante piuttosto fangoso, quindi usciamo dal bosco e giungiamo ai bei ruderi del Monastero agostiniano di Colloreto, che merita una sosta.
Poco dopo passiamo sotto l'autostrada attraverso un sottopasso e superiamo l'agriturismo Colloreto; quindi proseguiamo su strada sterrata (a tratti asfaltata) seguendo dapprima le pendici del Monte Timpone di Sant'Angelo, quindi addentrandoci nella piana di Morano, dove la strada si fa definitivamente asfaltata e camminiamo spediti. Dopo alcuni km attraversiamo la strada provinciale e attacchiamo una breve salita, sempre su asfalto, verso il castello di Morano Calabro. Siamo nel primo borgo calabrese, uno dei più belli d'Italia.
Il borgo di Morano Calabro si abbarbica su di un colle in un dedalo di vie e viuzze (realizzate, probabilmente, nel periodo medievale da parte della signoria dei Sanseverino di Bisignano), tanto da meritare l'ammirazione dell'artista olandese Maurits Cornelis Escher - che visitò Morano nel 1930 - e la bandiera arancione del Touring Club.
L'origine del paese si perde in numerose ipotesi e poche certezze; confusa è anche l'origine del nome e dello stemma cittadino. Per molto tempo si è pensato che a fondare la città fossere stati i "mori" (sullo stemma è presente una testa di moro sopra tre colli conici), ma molti studiosi ritengono che a fondare il primo insediamento siano stati gli Enotri, una popolazione di origine greca che si stabilì tra Basilicata e Calabria prima dell'arrivo degli Osci e delle colonie della Magna Grecia. Recenti prove archeologiche confermano la presenza di un insediamento romano sulla strada consolare Annia-Popilia: in una pietra consolare è indicata la stazione di Muranum.
Poco prima di arrivare al borgo, nei pressi dello svincolo autostradale, si trovano i ruderi del Monastero di Colloreto.
Fondato nel 1546 dal frate agostiniano Bernardo da Rogliano, deve il suo nome alla Vergine di Loreto cui fu dedicato il colle dove Bernardo iniziò la sua vita eremitica e sorgeva il monastero. Negli anni, numerosi furono i seguaci di Bernardo, così come i mecenati che sovvenzionarono la costruzione del monastero.
La Congregazione degli Eremitani di Colloreto divenne un importante punto di riferimento per tutto il territorio fino alla metà del Settecento quando ne avvenne la prima soppressione, divenuta definitiva con l'arrivo dei Francesi.
Nel borgo di Morano Calabro sono presenti numerose opere d'arte; su tutte spicca il dipinto del Polittico San Severino. Oggi situato all'interno della Collegiata di Santa Maria Maddalena, fu commissionato per il Monastero di San Bernardino da Siena dal feudatario Geronimo San Severino (sebbene alcuni ritengono fu il vescovo Rutilio Zenone) all'artista veneto Bartolomeo Vivarini.
Realizzato nel 1477, il polittico raffigura al centro la Madonna con il Bambino sovrastata dalla figura del Cristo benedicente; tutt'attorno sono raffigurati 25 santi, legati a San Francesco d'Assisi. Il dipinto, delle dimensioni di 260 x 200 cm, è posizionato nella sagrestia, anch'essa un piccolo capolavoro - in particolare il soffitto a cassettoni, del tardo Cinquecento.
Sulla sommità del borgo sono presenti i ruderi del castello di origine normanno-sveva. Un tempo, la fortezza controllava tutta la valle del fiume Sybaris - oggi Coscile. Durante il periodo medioevale il forte controllava il traffico della via Popilia, ma fu con i Sanseverino che la fortezza venne riprogettata sul modello del Maschio Angioino: pianta quadrata circondata da sei torrioni cilindrici. La fortezza rimase attiva fino all'inizio del XVIII secolo, quindi fu abbandonata.
Non distante dal castello c'è il Centro di studi naturalistici del Pollino Il Nibbio, istituito con l'obiettivo di rendere fruibile il patrimonio naturalistico e storico-culturale della zona. Attraverso un museo “diffuso”, allestito nelle antiche case, possono essere scoperti i segreti di Morano e del territorio del Pollino. Di particolare bellezza è la sezione di entomologia, dedicata agli insetti.
Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Piatto tipico di Morano Calabro è lo stoccu e pateni, ovvero stoccafisso con le patate. Il piatto è arricchito dai peperoni cruschi sbriciolati.
Dolce delle feste natalizie è la giurgiulena, diffusa nella cucina calabrese e siciliana.
Il nome indica l'ingrediente principale: il sesamo. I semi vengono uniti al miele e allo zucchero e vanno a formare un piccolo croccante, solitamente servito a forma di rombo.
Altro dolce tradizionale è la Cicerata, versione calabro-lucana dei famosi struffoli napoletani. Questo dolce, diffuso in tutto il centro-sud Italia, deve il suo nome alle piccole palline di pasta fritte che somigliano ad un cece. I piccoli ceci vengono ricoperti da uno sciroppo di miele, in alcune versione arricchito con cioccolato fondente o cacao.
Agriturismo Il Nibbio, a Morano Calabro. Tel. 334 880 3292
A Morano sono presenti diverse strutture ricettive.
Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.
La località raggiungibile in macchina più vicina è il Colle dell’Impiso (Viggianello PZ) o il Santuario Madonna del Pollino.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Morano Calabro, partendo dalla città di Castrovillari.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!