Una tappa mediamente lunga e con dislivelli contenuti, molto scorrevole. Prevalentemente in bosco, che sa però regalare alcuni bellissimi momenti.
In alcuni bivi è assente la cartellonistica ed è facile prendere il sentiero sbagliato: monitorare la traccia GPS.
Unico punto d'acqua a pochi km dall'arrivo: portare buona scorta.
Dal rifugio Boschetto Fiorito torniamo sul Sentiero Italia ripercorrendo in breve salita i nostri passi fino a raggiungere la strada asfaltata, che attraversiamo prendendo il largo sentiero che in breve ci conduce sulla sponda meridionale del Laghetto di Zomaro.
Continuiamo in leggero saliscendi nel bosco di faggi, ritrovando poco dopo la strada provinciale; la lasciamo subito, tornando sul sentiero che le corre parallelo; attraversiamo località Moleti (con alcune case) e proseguiamo così per alcuni km. Incrociata la strada minore, che scende verso Villaggio Trepitò, attacchiamo una decisa discesa (200 m D- ca.) su sterrata un po' sconnessa, verso la Valle dell'Uomo Morto; giunti al fondovalle, proseguiamo un poco in piano, attraversando un fiumiciattolo (in questo tratto non è chiarissima la direzione, occorre aguzzare la vista per scorgere i segnavia), quindi attacchiamo la salita (200 m D+ ca.) fino a sbucare in un bellissimo pianoro aperto e ricoperto dalle felci.
Proseguiamo ai bordi del bosco, in piano, per poi rientrare tra gli alberi e, dopo gli ultimi km in saliscendi, arrivare ai Piani di Zervò, dove ci colpisce la grande struttura dell'ex sanatorio militare, oggi trasformato in comunità.
Nella località di Zervò è presente la Cooperativa Sociale “Il Segno”, di Oppido Mamertina, che si occupa di reinserimento sociale per detenuti.
La comunità si trova in quello che era un ex-sanatorio per i malati di tubercolosi. L'enorme struttura (ben 10.000 metri quadri!), completata nel 1929, fu presentata in pompa magna dal partito fascista, ma fu attiva solo pochi anni: la posizione (che la rendeva molto umida) non era affatto adatta per i malati.
Dopo un lungo periodo di abbandono, negli anni '90 fu ristrutturata e concessa alla Comunità Incontro, comunità di recupero fondata da Don Pierino Gelmini (zio dell'ex ministra dell’istruzione).
Non distante dai Piani di Zervò, sui Piani di Zillastro, è stata combattuta l'ultima battaglia del Regio Esercito italiano.
L'8 settembre del 1943 gli eserciti non furono avvisati dell'armistizio appena firmato e 400 paracadutisti del 185° battaglione della Nembo affrontarono più di cinquemila soldati canadesi, venendo tragicamente uccisi.
I paracadutisti si trovarono casualmente accerchiati dai soldati canadesi - per le truppe erano giorni di spostamenti e ritirate - e decisero di attaccare il nemico superiore di numero dando vita a una battaglia tanto gloriosa quanto inutile, suicida. Sopravvissero soltanto cinquanta paracadutisti, che vennero catturati dall'esercito canadese.
Nel comune di San Luca si innalza il monolite più alto d'Europa: Pietra Cappa. Un enorme masso di origine antichissima che svetta tra i boschi dell'Aspromonte verso la costa Ionica. Con una parete alta 100 metri, si estende per ben 4 ettari di terreno.
Una strana leggenda racconta che Gesù Cristo sarebbe passato di qui insieme ai suoi discepoli e li avrebbe invitati a raccogliere una pietra in segno di penitenza. Pietro volle fare il furbo raccogliendo soltanto un piccolo masso e quando Gesù trasformò i massi in pane si trovò con ben poco in mano. La seconda volta che Gesù chiese lo stesso compito Pietro volle esagerare ma quel masso non fu mai trasformato in pane - per questo motivo viene anche chiamato “la Roccia di San Pietro”.
Alle pendici del masso sono stati ritrovati alcuni insediamenti rupestri risalenti all'anno Mille, probabilmente realizzati dai monaci basiliani.
Particolare tipo di dolce calabrese sono le uova alla monacella.
Si tratta di un uovo sodo il cui tuorlo viene mescolato insieme al cacao e alla cannella per poi essere ricomposto e fritto. Una vera bomba di gusto.
Foresteria Amici di Zervò (esiste sia una foresteria che un ostello), a Piani di Zervò. Tel. 0966 046887
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus e in treno.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Antonimina, partendo dalla città di Reggio Calabria con il treno fino a Locri dove si prende il bus fino ad Antonimina.
Qui il LINK dei bus per controllare gli orari.
Qui il LINK dei treni per controllare gli orari.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!