Tappa impegnativa per la lunghezza, tra asfalto e sterrata, ma priva di dislivelli significativi, che offre alcuni momenti panoramici in prossimita della cima del Monte Capolavello.
La chicca del giorno è senz’altro il borgo di Castelsaraceno, con il suo… ponte tibetano: il più lungo al mondo!
Verso la fine della tappa, il sentiero dietro al cimitero di Castelsaraceno non è ben segnalato e il primo tratto è sporco, ben poco battuto.
Lasciato il Rifugio la Conserva, dopo un tratto iniziale su strada prendiamo una sterrata che, aggirando la cima di Serra Giumenta con qualche saliscendi, prosegue in dolce discesa (350 m D- ca.) per i primi 5 km, quasi tutta su dorsale, per poi immetterci su una strada asfaltata. Riprendiamo una sterrata e poco dopo, svoltando a gomito (attenzione a non perdere la traccia), infiliamo il sentiero che sale sulla destra (200m D+ ca.) e raggiungiamo così il Monte Capolavello (1.231 m), affacciati sui ruderi di alcuni alpeggi, con bella vista.
Con una lunga e dolce discesa (200 m D- ca.), sempre agevole, raggiungiamo il fondovalle; attraversato un corso d’acqua (Fosso Tasseta) torniamo su asfalto, verso destra, in leggerissima discesa. Dopo una breve salitina (100 m D+ ca.) giungiamo al cimitero di Castelsaraceno, che aggiriamo sulla destra grazie a un sentiero poco battuto e sporco nella prima parte. Con una discesa (100 m D- ca.) a zig zag raggiungiamo il paese, che ospita il ponte tibetano più lungo del mondo.
Costeggiamo il ponte tibetano su strada sterrata per concludere la tappa, dopo aver attraversato i caratteristici vicoli stretti, nella piazza del borgo di Castelsaraceno.
Castelsaraceno è anche noto come il "paese dei due Parchi": quello del Pollino e quello dell'Appennino Lucano-Val d'Agri-Lagonegrese, entrambi parchi nazionali.
L’area dove sorge il borgo di Castelsaraceno è chiamata la Tempa: un roccione su cui probabilmente si posizionavano di vedetta i Saraceni, tra una scorribanda e l'altra.
Il bellissimo borgo, dalla forma a cuore, è noto per il rito della ‘ndenna, uno dei tanti riti arborei presenti in tutta la Basilicata, l’origine dei quali si perde nei miti dei tempi precristiani. Durante la festa di Sant'Antonio viene issato una sorta di albero della Cuccagna, chiamato ‘ndenna", da "antenna”. La prima domenica di giugno si sale al passo Armizzone per scegliere l'albero che sarà tagliato e portato a braccia da una folla di fedeli. Nelle settimane successive l'albero, di un'altezza minima di venti metri, viene preparato e issato (rigorosamente a mano) nella piazza dedicata al santo, nella località di Favino. Sotto la ‘ndenna i devoti portano offerte per una buona annata e si sfidano nella raccolta dei taccetti, listarelle di legno legate ai rami, arrampicandosi con le braccia fino alla sommità del tronco.
La ‘ndenna è protagonista di un altro rito arboreo, quello del "matrimonio tra gli alberi" o "alberi maritati": a fine giugno un tronco di faggio e la cima di un pino (rispettivamente la 'ndenna e la cunocchia) vengono unite in matrimonio mettendo la cima del pino sopra il tronco del faggio.
La Val d'Agri, oltre che per le sue bellezze naturalistiche, è famosa per essere il luogo dove si estrae il 90% del petrolio italiano.
Il Centro Olio Val d'Agri (COVA) dal 2001 estrae sia petrolio che gas.
Nel borgo di Castelsaraceno è presente il Museo della pastorizia.
La vita pastorale ha segnato profondamente la comunità e il museo cerca di mantenere vivi, attraverso un percorso innovativo, i saperi di un tempo. Ci sono diverse sale: da quella dello Spazio, dedicata agli oggetti di lavoro restaurati, a quella dei Saperi popolari, dove grazie a video e interviste si possono ascoltare le testimonianze degli abitanti sul mondo pastorale. Un museo dinamico e pionieristico che vuole aiutare il visitatore ad immergersi nella cultura del borgo per scoprirne l’anima più profonda.
Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Nell'estate del 2021 è stato inaugurato a Castelsaraceno il ponte tibetano più lungo del mondo.
Posizionato a 80 metri d'altezza e lungo 586, collega il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale dell'Appennino Lucano-Val d'Agri-Lagonegrese.
Un classico piatto della cucina lucana, in particolare della Val d'Agri, è la rafanata a base di rafano grattugiato, preparato soprattutto nel periodo di carnevale.
Il rafano è una radice piccante che nel Nord-Est d'Italia viene utilizzata per fare il kren. La rafanata consiste in un impasto di uovo, pecorino e rafano grattugiato che viene tradizionalmente cotto alla brace. Il risultato è una frittata dal gusto molto deciso.
B&B Rosy Gallo, a Castelsaraceno. Tel. 334 177 9649
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Lagonegro con cambio a Maratea, partendo dalla città di Sapri.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!