Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Pizzeria Mason.
Tappa prevalentemente in discesa, nella quale a un primo tratto ripido e critico seguono chilometri facili e panoramici, al cospetto del gruppo degli anfiteatri del Catinaccio, della pala del Roda de Vaèl (2.806 m) e infine dei meravigliosi campanili del Latemar (2.799 m).
La chicca del giorno è senz'altro il Lago di Carezza, una delle cartoline più famose delle Dolomiti.
La tratta costituisce una variante al Sentiero Italia (che rimane alle pendici occidentali del Catinaccio, fino a giungere a Carezza), qui preferita per l’estrema bellezza del gruppo montuoso del Catinaccio.
Il primo tratto (dal Rifugio Re Alberto al Rifugio Vajolet, dove si ripercorre in discesa l’ultima parte della tappa precedente) presenta notevole pendenza e diversi tratti attrezzati, che richiedono prudenza ed esperienza. Il percorso può essere molto trafficato ed è perciò bene prestare attenzione.
Tratti di sentiero leggermente esposti nel traverso dal Rifugio Negritella al Rifugio Roda di Vael, a causa di alcuni smottamenti che occorre aggirare con prudenza.
Nell’ultima parte verso la strada che scende dal passo di Carezza, attenzione a non entrare nelle proprietà private: i residenti non la prenderebbero bene.
Lasciamo il Rifugio Re Alberto e percorriamo a ritroso l’ultimo tratto della tappa precedente, con una discesa (400 m D- circa) ripida e attrezzata fino al Rifugio Vajolet. Da lì passiamo su larga carrozzabile e proseguiamo in comoda discesa (300 m D- circa) fino al fondovalle, da cui in falsopiano superiamo il Rifugio Stella (seguito poco dopo da altri rifugi). In dolce saliscendi giungiamo al Rifugio Negritella, posto sullo spartiacque che si affaccia sulla Val di Fassa. Alle nostre spalle ammiriamo per l’ultima volta il Catinaccio di Antermoia (3.002 m), a Est i gruppi del Sella e la Marmolada.
Procediamo verso ovest e prendiamo il sentiero che, rimanendo a mezzacosta, si sviluppa sotto la parete orientale del Roda de Vaèl. Il Rifugio Roda di Vael offre acqua ed è un ottimo punto per fare pranzo (chi è stanco può spezzare qui la tappa).
Proseguiamo in traverso aggirando da sud il Roda de Vaèl e giungiamo alla grande aquila monumentale dedicata a Theodor Christomannos (avvocato austro-ungarico, innamorato di questi luoghi e pioniere del turismo in Dolomiti): la vista si spalanca sulla parete nord del Latemar (2.799 m), coi suoi campanili appuntiti. Triste invece lo scenario della valle sottostante, dove i verdi prati si alternano a interi "buchi" nella foresta, con migliaia di abeti a terra.
Giunti al Rifugio Paolina, cominciamo la decisa discesa (500 m D- circa) che ci conduce velocemente all’abitato di Carezza.
Il Catinaccio è chiamato in tedesco Rosengarten, il "giardino delle rose": deve questo nome alla saga del Re Laurino.
Mille sono le versioni della leggenda, ma tutte vogliono spiegare il fenomeno dell'enrosadira, la colorazione rosa che assumono le Dolomiti all'alba e al tramonto.
Il Re Laurino, arrabbiato o triste a seconda della versione, decise di rendere invisibile, giorno e notte, il bellissimo giardino di rose che copriva il gruppo del Catinaccio; lanciò perciò l’incantesimo, ma si dimenticò dell’alba e del tramonto, così oggi possiamo ancora godere del meraviglioso spettacolo della montagna che si tinge di rosa, al sorgere e al calar del sole.
Il Grand Hotel Karesse è un immenso edificio il cui fascino decadente riporta al tempo dell’Impero nel Sud-Tirolo. Come molti luoghi del Trentino Alto Adige, anche il Grand Hotel è legato alla Principessa Sissi, figura simbolo degli Asburgo: era una delle sue residenze estive. La principessa era assai legata a questi luoghi e si dice amasse contemplare il tramonto sulle pareti del Catinaccio.
Il Lago di Carezza (nonostante i tantissimi turisti e la vicina strada) è davvero incantevole: circondato da foreste di larici, il riflesso sulle sue acque dei campanili del Latemar è una delle meraviglie delle Dolomiti. Sul fondo del lago giace la statua di bronzo della ninfa Ondina.
Per chi volesse fuggire dalla folla, a 20 minuti di cammino c’è un altro lago, più piccolo ma altrettanto incantevole, immerso nel bosco.
Da Campedie (nei pressi del Rifugio Negritella) è possibile scendere facilmente a Pozza di Fassa, dove si trova il Museo Ladino di Fassa, istituito nel 1975 dall’ Istitut cultural Ladin “Majon di Fascegn”, il cui scopo è il mantenimento della cultura ladina. La lingua ladina, gli usi e i costumi locali rappresentano l’anima delle Dolomiti.
Per maggiori info, orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Lo strudel è un classico dolce della tradizione Sud-Tirolese e austriaca, che pare avere origine antichissime: la sua ricetta era conosciuta già in voga dagli antichi Assiri e pare che a portarlo in Europa sia stato il sultano Solimano quando invase l’attuale Ungheria, nel XVI secolo.
Si tratta di una torta arrotolata e farcita con mele, pinoli e uvetta, il cuil nome significa “turbine”, per la forma particolare.
Rifugio Roda di Vael, sotto l’omonima cima. Tel. 0462 764450
Rifugio Paolina, sotto la cima Roda di Vael (sul versante opposto rispetto al precedente rifugio). Tel. 0471 612008
Villa San Pio X, a Carezza. Tel. 349 1850806
A Carezza sono presenti numerose strutture ricettive.
Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.
La località raggiungibile in macchina più vicina è il Rifugio Gardeccia.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Pera, partendo dalla città di Trento con cambio a Cavalese.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!