Tappa estremamente impegnativa, adatta solo ai più allenati, per la lunghezza e le due lunghe salite.
La vista delle Cime Bianche e del Dens d’Hèrens sono il notevole contorno del protagonista del giorno: ladies and gentlemen, il Cervino (4.478 m, terza cima delle Alpi).
La tappa è una variante al Sentiero Italia (che passa per il Col de Nannaz, sotto il Grand Tournalin), preferita per l’estrema bellezza del Vallone delle Cime Bianche e l’incomparabile vista sul Cervino.
La tappa non presenta difficoltà tecniche ma è davvero tosta nella sua estrema lunghezza e nei dislivelli impegnativi: da affrontare per intero solo se ottimamente allenati. E’ tuttavia possibile spezzarla facendo tappa a Cervinia o Valtournenche. In ogni caso, è bene partire di primo mattino.
Lasciato il traverso della Pista Condotte Forzata, superato il Torrente di Manda, si affronta un tratto in cui il tracciato è quasi inesistente e invaso dalla vegetazione, prestare molta attenzione.
Punti d’acqua assenti dal Rifugio Fiery (poco dopo Saint Jacques) fino al Lago di Loz.
MTB: tappa percorribile con tratti a spinta solo fino a Valtournanche.
Cominciamo subito la prima, lunga salita (1.300 m D+ circa) lungo l’Alta Via 1. Superato il vicino Rifugio Fiery (ultimo punto acqua fino a Valtournenche) saliamo su buona traccia nel bosco, senza strappi. Dall’Alpe Ventina in poi usciamo dagli alberi e, poco dopo, la pendenza diminuisce: si apre un vallone che percorriamo in falsopiano, scorrevole, attraversando diversi rigagnoli d'acqua. Davanti a noi, si stagliano le belle Cime Bianche, le guardiane benevole della valle, tra cui spicca il piccolo dente di roccia del Bec Carrè (3.003 m).
Superate alcune rampe, arriviamo al Gran Lago, dall’intenso colore. Affrontiamo quindi la rampa verso il passo, il tratto forse più impegnativo della salita, comunque ben battuto. Giungiamo al Passo di Cime Bianche (2.982 m): la vista si spalanca sull'enorme parete sud del Cervino (4.478 m), che svetta superbo. Oltre, il Dent d'Herens e la muraglia rocciosa che ne discende. A est, il Breithorn Occidentale (4.164 m).
Cominciamo la discesa, dapprima su pietraia, su facile sentiero, seguendo gli impianti di risalita. Superata la Diga del Goillet, anziché proseguire in discesa (a meno di non volere far tappa a Cervinia, molto turistica) prendiamo il sentiero che, in lungo traverso, sorvola il versante orientale della Valtournenche lungo un'antica ferrovia da miniera; il tratto è panoramico e distensivo. Superiamo una piccola edicola votiva (davanti alla quale sostò anche Giovanni Paolo II) e, dopo l’Alpe Verser, attraversiamo una grande piana, dalla quale iniziamo a perdere quota: il tratto è poco battuto e coperto di vegetazione, occorre andare a vista. Giungiamo su una strada asfaltata, la seguiamo per un poco e quindi torniamo su sentiero, ben chiaro, che scende agevolmente (ma deciso) al bel Lago di Loz.
Arriviamo rapidamente a Valtournenche (dove i più stanchi possono interrompere la tappa, vi sono diverse strutture); superato l’abitato, affrontiamo l'ultima salita, impegnativa perché lunga e tesa (600 m D+ circa), ma priva di difficoltà. L’ultima parte è al cospetto della diga di Cignana, poi siamo al Rifugio Barmasse, poco distante dal grande lago.
La vetta del vicino Monte Pancherot è forse il miglior terrazzo sul Cervino: se andiamo a letto presto, possiamo andare su a goderci l’alba che tinge la Grande Becca.
Il Cervino (4.478 m, terza cima delle Alpi) rappresenta una delle cime più complicate delle Alpi, per la sua verticalità e la roccia incerta.
E’ stato teatro di storici exploit alpinistici, a partire dalla prima, controversa scalata, avvenuta nel 1865 ad opera dell’inglese Edward Whymper (che precedette di due giorni l’italiano Jean-Antoine Carrel).
Tuttavia a memoria d’uomo l’impresa più estrema avvenuta sulle sue pareti è quella compiuta da Walter Bonatti nel 1965, esattamente un secolo dopo la prima ascensione al Cervino: il Re delle Alpi scalò la Nord, in invernale e in solitaria, per una nuova via. Fu il suo indelebile saluto all’alpinismo, un inno al coraggio e all’avventura.
I Barmasse tra le più grandi guide alpine del nostro paese e da quattro generazioni rappresentano un punto di riferimento per l’alpinismo mondiale. Oggi a portare avanti la tradizione familiare è il famoso alpinista Hervé Barmasse.
Stambecchi, camosci, pernici bianche e aquile reali sono le specie faunistiche di questi orizzonti.
Il paesaggio dell’alta Valtournenche è dominato dai ghiacciai, le rupi e i depositi morenici. Qui la vegetazione raggiunge i massimi limiti altitudinali delle Alpi, con specie che crescono sopra i 4.000, come il ranuncolo dei ghiacciai, l'androsace delle Alpi, le sassifraghe a foglie opposte e muschiate, la fienarola ciondolata.
Inoltre, l'evoluzione di antichi bacini lacustri ha creato zone umide come quella di Vardaz, popolate da particolari specie igrofile.
La sostanziosa zuppa valdostana è il miglior modo di riprendersi dalle fatiche della camminata: pane raffermo, brodo, cipolle e l’immancabile fontina locale - un tripudio di gusto.
Rifugio Barmasse, presso la diga di Cignana. Tel. 345 108 1551
A Cervinia e Valtournenche si trovano diverse strutture.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Aosta con cambio a Verrès.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!