Tappa di media lunghezza e buon dislivello, con diversi tratti resi complicati dalla vegetazione invasiva.
Passiamo accanto alla vecchia miniera di Su Suergiu, appena sotto Villasalto.
Tappa da evitare nei mesi centrali estivi.
Diversi tratti del percorso (sia prima di giungere a Villasalto, che dopo) sono infestati da piante alte e la traccia sul terreno va indovinata.
La segnaletica è discontinua e spesso assente presso i bivi: bene tenere d'occhio la traccia GPS.
Lungo la via si incontrano diversi cancelli di filo di ferro, che occorre aprire (e richiudere sempre!).
Unico punto acqua a Villasalto.
Lasciamo l'agriturismo e su stretto sentiero nel bosco andiamo lentamente a salire (100 m D+ ca.) fino a una strada carrozzabile che seguiamo brevemente verso sinistra, fino a immetterci su un sentierino sulla sinistra (poco visibile, occorre scavalcare una recinzione di fil di ferro) e iniziare una veloce discesa (100 m D- ca.). Superata un'area di sosta (con due vecchie strutture in muratura aperte, una delle quali integra), torniamo su carrozzabile in falsopiano e superiamo il Riu Genna. Quindi riprendiamo a scendere (200 m D- ca.) su sentiero, fino ad attraversare una strada asfaltata ed prendere un sentierino piuttosto difficile da scovare, che prosegue in saliscendi sorvolando il vallone di Riu Spigulu, tra gli alberi. Giunti su una sterrata, la seguiamo verso sinistra superando il Riu Tolu, quindi poco dopo un tornante prendiamo un sentierino sulla destra e iniziamo a salire (150 m D+ ca.), facendoci spesso strada fra gli arbusti.
Infine giungiamo su una provinciale, la attraversiamo e prendiamo una strada carrozzabile pianeggiante che ci porta rapidamente al paese di Villasalto, dove possiamo fare pausa e mangiare un boccone. Lasciamo il paese su una stradina asfaltata che va lentamente a scendere (300 m D- ca.) verso il fondovalle; passati su sterrato, passiamo tra i resti delle vecchie miniere di Su Suergiu, dove si estraeva antimonio. Giunti al Riu Corr'e Cerbu, lo superiamo grazie a un ponticello (se c'è acqua), subito dopo il quale svoltiamo a destra superando un cancelletto. Prendiamo un sentierino e torniamo a salire (100 m D+ ca.); il tratto è un po' complicato per via delle piante infestanti. Giunti a un valico, attraversiamo la strada sterrata e riprendiamo subito un sentiero in discesa, fino a immetterci su strada asfaltata verso destra; poco dopo torniamo su un sentiero sulla destra (anch'esso infestato di piante ed erba alta), che in saliscendi ci conduce fino al bel centro di Armungia.
Armungia è il paese natale di Emilio Lussu, scrittore e personaggio politico di rilievo nazionale, può essere considerato il padre della Sardegna moderna.
Nato nel 1890 fu, come altri giovani della sua generazione, attivo interventista nella Prima Guerra Mondiale. Durante il periodo al fronte austriaco, raccontato nel celebre libro Un anno sull'Altopiano, si distinse per il suo valore e soprattutto, nel suo ruolo di ufficiale, per la sua ferma opposizione agli assalti suicidi comandati alla sua Brigata Sassari, unico battaglione a reclutamento regionale - di fatto un popolo in armi.
Tornato dalla guerra, durante la quale sviluppò un profondo antimilitarismo, fu riconosciuto come leader carismatico e, insieme ad altri veterani e ai braccianti sardi, nel 1921 fondò il Partito Sardo d'Azione che alle prime elezioni riuscì ad arrivare al 33%. Con l'avvento del fascismo, Lusso e il PSA si schierarono contro le camicie nere dando vita alle camicie grigie, che portavano sul petto la bandiera dei quattro mori - già simbolo della Brigata Sassari. Mussolini, non riuscendo a piegare con la forza il movimento politico sardo, utilizzò promesse e compromessi per spezzare l'unità del PSA. Ormai isolato, Lussu fu vittima di un tentativo di linciaggio da parte delle camice nere; scoperto in anticipo il piano, si chiuse in casa e attese gli aggressori uccidendo un fascista che si arrampicava sul balcone della sua casa cagliaritana. A seguito di questo episodio, Lussu fu incarcerato ed esiliato insieme ad altri antifascisti (tra cui Carlo Rosselli e Francesco Nitti) sull'isola di Lipari. Qui gli oppositori del regime potevano godere di una certa libertà, che permise a Lussu, Rosselli e Nitti di organizzare una rocambolesca fuga in motoscafo, che li portò ad attraversare il Mediterraneo fino a giungere in Francia.
Lussu si stabilì a Parigi dove fu uno dei fondatori di Giustizia e Libertà e poi a Ginevra dove conobbe la sua seconda moglie Joyce Lussu - personaggio poliedrico, partigiana, poetessa, traduttrice... Durante l'esilio, durato 14 anni, Lussu si dedicò con particolare intensità alla scrittura. Dopo aver partecipato alla guerra in Spagna e alla Resistenza in Francia, tornò in patria per contribuire alla lotta partigiana.
Dopo la guerra, fu uno dei padri costituenti e continuò nel Parlamento la sua attività politica con il PSI diventando per due volte Ministro. Morto nel 1975, è stato uno dei fautori del federalismo sardo, in opposizione alle fazioni separatiste.
Tra i più importanti fiumi della Sardegna c'è il Flumendosa.
Lungo ben 127 km (secondo solo al Tirso) è stato un importante fiume sin dall'antichità e numerosi sono i nuraghi che sorgono sulle sue rive. Sgorga nel Gennargentu, alle pendici del monte Perda Aira, e sfocia nel mar Tirreno, dando vita a diversi laghi artificiali che contribuiscono all'apporto idrico ed elettrico dell'area centro-meridionale della regione. Il Flumendosa dà vita a spettacolari vallate con fitte foreste.
Bene culturale immateriale della Sardegna è la tessitura manuale, una tecnica domestica che si tramanda dall'antichità e che non è stata stroncata dalla rivoluzione industriale. In tutto il territorio si distinguono sistemi unici di tessitura, trasmessi da madre in figlia in una realtà in cui il telaio era un elemento fondamentale della vita casalinga.
L'associazione Casa Lussu si propone di tutelare quest’antica arte continuando a innovare e far vivere le tecniche tradizionali armungesi: la tessitura a priali, una tecnica arcaica per realizzare un tessuto più strutturato; e la tecnica a pappaus, utilizzata per la produzione di coperte.
Ad Armungia un sistema museale racconta la storia del borgo attraverso un museo diffuso.
Il Museo Etnografico Sa Domu de is Ainas si propone di ricostruire la cultura contadina che ha contraddistinto l'area del Sarrabus Gerrei, insieme a quella artigiana e mineraria della Bottega del Fabbro.
Il Museo storico "Emilio e Joyce Lussu" permette di immergersi nella storia di questi due importanti personaggi del Novecento italiano attraverso un percorso museale innovativo.
Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Il nuraghe di Armungia è uno dei rari esempi di nuraghe rimasto all'interno di un centro cittadino.
Risalente al XV-XIV secolo a.C., si tratta di un nuraghe monotorre che sorgeva a controllo della valle del Flumendosa; dal diametro di dodici metri, è alto ben dieci che culminano con una falsa cupola; all'interno del nuraghe è presente un vano scala che con 17 gradini conduce ad una sorta di terrazzo. Giovanni Lilliu, archeologo ritenuto uno dei massimi esperti della civiltà nuragica, lo ritiene tra i più spaziosi dell'Isola.
L'area di Armungia è stata da sempre una zona di estrazione mineraria. In particolare, nella vicina Villasalto erano attive, fino a qualche fa, le miniere di Su Suergiu dove veniva estratto l'antimonio.
Conosciuto già in epoca punico-fenicia, in epoca moderna l'antimonio iniziò a essere estratto nel 1858. Utilizzato nell'antico Egitto per funzioni ornamentali e igieniche, era considerato in alchimia una delle materie prime per la produzione della pietra filosofale.
Villasalto è stato il più importante luogo di estrazione in Italia. I resti della struttura mineraria fanno parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna. All'interno della palazzina della direzione, in perfetto stile Liberty, sorge il Museo Archeologico-Industriale dell'attività mineraria ''Su Suergiu'', in cui si possono ammirare esemplari dei minerali estratti, gli equipaggiamenti del laboratorio chimico e gli strumenti che hanno segnato la storia di questo luogo: dagli attrezzi del minatore alle macchine estrattive.
Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Nel vicino comune di Ballao sorgeva il Castello Orguglioso, o di Sassai.
A questa struttura è legata la leggenda popolare della castellana e del telaio d'orosecondo cui in tempi remoti la castellana di Sassai tesseva tele finissime con il suo telaio d'oro. Quando i nemici assaltarono il castello, la principessa, insieme al suo telaio, rimase sepolta e ancora oggi, nelle notti di luna piena, si possono udire i suoi lamenti.
Nei ruderi del castello, edificato nel XII secolo dai Giudici di Cagliari, non è stato ritrovato nessun telaio d'oro e alcuni sostengono che fu portato via dai soldati di Mariano d'Arborea (giudice d’Arborea nel XIV secolo) che attaccarono il castello, costruito proprio sulla frontiera con il Giudicato di Arborea e caratterizzato dalla forma trapezoidale che sfrutta le rocce sporgenti.
Oggi rimangono le rovine della roccaforte che ispirò numerose leggende cavalleresche. Nelle numerose campagne di scavo effettuate sono stati ritrovati molti oggetti d'uso quotidiano, in particolare oggetti da tavola e da cucina, caratterizzati dalla maiolica pisana o di provenienza iberica, ma anche abbigliamento, giochi, monete e resti animali.
Particolare varietà del più noto pane carasau è il pistoccu, la cui differenza fondamentale con il classico pane sardo è la presenza del sale.
Viene realizzato con un processo di doppia lievitazione e durante la cottura la sfoglia rotonda si gonfia come un pallone, per poi essere tagliata a metà e formare due sfoglie che seguono un secondo processo (la biscottatura) che le rende croccanti e gustose.
Il lentisco è una pianta presente in abbondanza in tutto il territorio del Gerrei.
Della stessa famiglia del pistacchio, è noto per le proprietà dell'olio che si ricava dalle sue piccole bacche: è un ottimo integratore e ha ottime proprietà lenitive e di riepitelizzazione, tanto che il suo uso è stato tramandato nelle medicina popolare. Conosciuto dall'età preistorica, un tempo era molto diffuso tra la popolazione locale che lo usava abbondantemente in cucina: era un prodotto povero rispetto al prezioso olio di oliva.
Oggi è tornato in auge per le sue spiccate proprietà aromatiche, ma la sua bassissima resa e la difficile raccolta in mezzo ai cespugli fitti ne fanno oggi un prodotto molto costoso. Tradizionalmente viene estratto a freddo attraverso il pestaggio con i piedi su una tavola di sughero. Viene utilizzato per la frittura delle frittelle dolci.
Nell'olio viene inserito un pezzo di sughero e della buccia d'arancio che servono a far precipitare le impurità. La resina del lentisco viene utilizzata come ingrediente per la produzione del gin locale, il giniu.
B&B Casa Lussu, ad Armungia. Tel. 339 814 1786
B&B Su Carreeri, ad Armungia. Tel. 345 086 5059
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è San Nicolò Gerrei, partendo dalla città di Cagliari.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!