Una tappa impegnativa per la lunghezza, l’assenza d’ombra e il continuo saliscendi che ci accompagna lungo tutto il percorso. La fatica viene però ripagata da tre chicche paesaggistiche: la visione del Lago Maccheronis in lontananza, l'attraversamento del bosco di eucalipto e infine il maestoso Monte Tepilora (530 m).
Tappa da evitare nei mesi centrali estivi.
La tappa è piuttosto complicata per via di alcuni passaggi complicati (vegetazione invasiva), occorre avere un po’ di esperienza e buon allenamento.
Fonti d’acqua assenti: portarne buona scorta.
Segnaletica spesso assente (l'unica parte segnalata è quella nel bosco di eucalipto). I primi 4/5 km di percorso sono impraticabili: tra rovi, sassi ed erba alta. E’ consigliabile deviare e risalire sulla carrozzabile riprendendo il sentiero appena è possibile, quando risulta nuovamente percorribile. A eccezione dei primi km, la traccia è sempre visibile - spesso siamo su sterrato. Bene in ogni caso monitorare la traccia gpx, essendoci diversi incroci ed essendo pertanto facile perdersi.
Usciamo dal paesello Sant'Anna e imbocchiamo subito il sentiero, che, per i primi km, risulta impraticabile a causa di rovi e pietre. Per questo bisogna deviare ritornando sulla strada sterrata parallela al sentiero e camminare per alcuni km circa su asfalto, per poi riprendere il sentiero.
Attacchiamo una salita (150 m D+ ca.), terminata la quale avvistiamo all'orizzonte il colorato Lago Maccheronis, la cui vista ci accompagna per un po’, mentre camminiamo su un sentiero un po’ invaso dalla vegetazione. Terminato il piccolo strappo, ritorniamo su sterrata e iniziamo così a scendere (200 m D- ca.) fino ad incontrare un pinnettu ben conservato. Poco oltre attraversiamo il riu Posada (in secca), sopra cui spiccano dei bellissimi oleandri. Oltre il fiumiciattolo camminiamo per un po' dentro un bosco di eucalipto, profumato e ombroso. Risaliamo (100 m D+ ca.)e torniamo a vedere l'estremità ovest del lago Maccheronis - al netto di 2 km aggiuntivi, possiamo fare una deviazione e farci un bagno.
Continuiamo su sterrato circondati da una natura sempre più selvaggia - siamo entrati nel Parco Naturale della Tepilora - e intravediamo finalmente l'omonimo monte (530 m), vera chicca della giornata ed elemento distintivo del territorio, con la sua forma rocciosa triangolare che spicca tra i fitti boschi di lecci e la macchia mediterranea. Proprio sotto il Tepilora c'è una sorta di grotta naturale, al cui interno possiamo comodamente sostare per pranzo - ci sono anche delle sedie e un tavolo... in pietra (sembra la casa dei Flintstones!).
Continuiamo su sterrato e da qui in poi - sono gli ultimi 10 km - godiamo di diversi tratti ombrosi, grazie agli alberi che si fanno un po' più alti. Ci lasciamo alla spalle il Tepilora, continuiamo su sterrato fino ad arrivare a un incrocio dove troviamo l'indicazione per la Caserma Forestale "Gianni Stuppa". Poco dopo giungiamo a destinazione.
Il Parco naturale regionale di Tepilora è stato istituito nel 2014 da un'iniziativa nata dal basso; nel 2017 è stata proclamato Riserva della Biosfera dall'Unesco. Il parco, che si estende per 8.000 ettari tra i comuni di Bitti Lodè, Torpè e Posada, contiene numerose foreste, molte delle quali caratterizzate dalla presenza di lecci, corbezzoli, rosmarino, mirto, erica e orchidee selvatiche.
Simbolo del parco è la punta triangolare del monte di Tepilora, alto 530 m - nonostante la vetta più alta sia quella del Nodu Petra Orteddu (976 m). All'interno del parco, tra altipiani granitici e picchi calcarei, vivono numerosi animali selvatici come il cinghiale sardo, il muflone, il gatto selvatico e l'aquila reale.
Nel comune di Bitti è presente il Museo Multimediale del Canto a Tenore, luogo in cui la cultura del canto polifonico sardo viene studiata e trasmessa.
Il canto a tenore è riconosciuto come "Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità" da parte dell'UNESCO ed è un vero simbolo della cultura sarda. Presso il museo è possibile immergersi in questa antica arte grazie ai materiali audiovisivi che permettono di comprenderne i segreti. Alcune sale del museo sono dedicate ai balli tradizionali che spesso vengono accompagnati dal canto a tenore.
Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Sa frue è un formaggio fresco, definito un “quasi formaggio” trattandosi perlopiù di latte coagulato. Rappresentava un veloce pasto per i pastori, realizzato con il latte appena munto.
Si trova porzionato in piccoli parallelepipedi dalla consistenza simile a uno stracchino e dal sapore leggermente acidulo. Si mantiene per alcuni giorni all'interno del siero e viene mangiato con i fogli di pane carasau.
Caserma Forestale "Gianni Stuppa", all’interno del demanio forestale di Sos Littos-Sas Tumbas (è una caserma della forestale e occorre telefonare per richiedere la possibilità di pernottare). Tel. 0784 414587
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Nuoro.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!