Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Gilberto Mazza.
Tappa lunga e abbastanza impegnativa, segnata da un buon dislivello (in salita quanto in discesa). Entriamo nel cuore selvaggio dei poco conosciuti Monti della Laga attraversando la Macera della Morte (dove si combatté una terribile battaglia tra le armate cartaginesi e quelle romane); per la prima volta ammiriamo i rilievi del Gran Sasso.
Unico punto d'acqua presso il Bivacco del Pastore, lungo la dorsale alta della Macera della Morte (prima della vetta).
Traccia talvolta coperta dall'erba alta (cartellonistica spesso assente), bene monitorare la traccia GPS.
Superata la Macera della Morte si costeggia una zona di pascolo dove è possibile incontrare dei cani da pastore: prestare attenzione.
Data la poca frequentazione della zona, è possibile incontrare delle vipere.
Da Colle d'Arquata attacchiamo subito la lunga salita (1.000 m D+ circa) verso la Macera della Morte. Superata tra dolci tornanti la Chiesa della Madonna del Chiarino, entriamo nel bosco e proseguiamo con pendenza regolare fino a guadagnare una strada carrozzabile che prendiamo verso sinistra, in piano. Poco dopo ne troviamo una seconda sulla destra, a salire.
Proseguiamo in salita regolare, tenendo ben d'occhio i segnavia, verso la spalla sud-orientale del Monte Comunitore; quindi pieghiamo verso sud e percorriamo nel bosco la larga dorsale, che va man mano spogliandosi fino a farsi completamente prativa. La carrozzabile diventa una traccia talvolta coperta dalla vegetazione (la zona è poco battuta e il sentiero ne risente); proseguiamo pochi metri sotto la cresta, su sentiero a mezzacosta.
Giunti al Passo della Macera della Morte (2.073 m) iniziamo la discesa (1.200 m D- ca.) per San Martino, costeggiando inizialmente la dorsale orientale del monte: l'erba si fa alta e dobbiamo prestare attenzione alla traccia GPS. Dopo alcuni chilometri rientriamo nel bosco di faggi e seguiamo a lungo una comoda carrozzabile in costante discesa. Infine superiamo una bellissima cengia rocciosa (splendido il panorama sulla Laga a sud e sul Vettore a nord); poco dopo avvistiamo la rocca di San Martino e più sotto il borgo, che raggiungiamo agevolmente.
La Macera della Morte (2.073 m), è il punto di confine tra Marche, Lazio e Abruzzo.
Il nome pare sia dovuto alle numerose ossa rinvenute tra questi monti, lascito di una sanguinosa battaglia; secondo alcuni, l'etimologia del vicino Colle Romicito deriverebbe proprio dall'eccidio dei romani da parte dell’esercito di Annibale. Si pensa che il generale cartaginese abbia attraversato questi monti con i suoi elefanti prima della battaglia di Canne.
L'area è tristemente famosa anche per altri massacri avvenuti nella storia: i paesi di San Martino, Collefalciano e San Giovanni furono bruciati nel periodo del brigantaggio, mentre durante il secondo conflitto mondiale le frazioni Pozza e Umito, che accolsero partigiani inglesi e slavi, furono il teatro di una efferata strage nazifascista (oggi è possibile visitare il Cimitero Partigiano Internazionale che commemora le vittime).
Il brigantaggio fu un fenomeno che investì gran parte del territorio tra la provincia di Ascoli Piceno e quella teramana in epoche diverse. Uno tra i suoi più rappresentativi personaggi fu Giovanni Piccioni, che combatté al soldo dello Stato Pontificio contro l'annessione al Regno d'Italia.
Nel comune di Acquasanta Terme si trova una grotta termale al cui interno è presente una risorgenza di acque sulfuree. Grazie alla temperatura relativamente alta della grotta, le stesse vengono utilizzate a scopi sia terapeutici sia di svago. Le acque termali, già famose a tempo dei romani che le usavano per curare artriti e problemi dell’apparato respiratorio (in quella che all’epoca era una stazione di sosta lungo la Salaria), attraggono ancora oggi moltissimi pazienti e turisti.
Un'altra preziosa risorsa del territorio è il travertino che, oltre ad essere protagonista dell'architettura del comune di Acquasanta, caratterizza il meraviglioso centro storico di Ascoli Piceno.
Dal 1873 è attiva la Banda Musicale "Luigi Sabatini" di Acquasanta Terme, sotto la direzione della famiglia Sabatini dal 1906. In quell’anno Giovanni Sabatini diventò il maestro della banda per poi passare la direzione, nel 1946, a Luigi Sabatini (di cui la banda prende il nome); dal 1996 a oggi a guidarla è il maestro Mauro Sabatini. La banda, che conta più di trenta elementi, continua a allietare con la sua musica tutto il territorio, portando avanti un'importante tradizione.
NB. Il cambusiere filosofo della spedizione Va’ Sentiero è nientepopodimeno che… il figlio minore di Mauro Sabatini! L’enfant prodige dell’accademia bandistica locale.
I Monti della Laga sono un territorio ricco di fiumi e cascate (in primavera se ne contano fino a 50): nella frazione di Umito si possono ammirare le bellissime cascate della Prata e della Volpara.
La Cresta di San Paolo, spartiacque tra il fiume Tronto e il torrente Castellano, è uno degli itinerari più interessanti dei Monti della Laga e inizia a ridosso dei ruderi della Rocca di Montecalvo, un tempo simbolo del comune di Montecalvo del Castellano.
Nel versante della valle del Tronto è possibile ammirare Castel di Luco, un castello dalla forma ellittica che si erge su uno sperone di travertino. Un autore del 1700 riteneva che il luogo dove sorge il castello fosse un luogo di culto italico-romano, un bosco sacro al cui centro si trovavano gli altari dei sacrifici.
A Santa Maria, l'antica Ad Aquas dei romani, si trovano le pozze termali de Lu Vurghe. Il nome ricorda il gorgoglio delle acque termali che fuoriuscivano lungo la riva del fiume Tronto. Da qualche anno l'Associazione Speleologica di Acquasanta si è prodigata per rendere questo posto un vero e proprio paradiso di cui, negli ultimi anni, migliaia di turisti hanno potuto godere.
Il territorio acquasantano è ricco di funghi porcini, di castagne e tartufi; numerose sono le proposte gastronomiche che li utilizzano, come l'arista con le castagne o il roast-beef ai funghi porcini.
Emblema del territorio ascolano sono sicuramente le olive ascolane (la liva fritta): l'oliva tenera viene tagliata a spirale, riempita con un mix di carne, impanata e fritta. La liva è uno degli elementi del fritto misto all'ascolana, un classico piatto delle festività, composto da cremini, costolette d'agnello e verdure (zucchine, carciofi e broccoli).
Tradizionalmente per la vigilia di Natale si prepara la pasta al sugo di magro, a base di tonno, pomodoro, oliva tenera ascolana (alcuni aggiungono funghi e tartufo): un modo per aggirare il precetto di non mangiare carne il giorno della vigilia... senza soffrire troppo.
La cacciannanze è una focaccia del luogo tipica, condita con olio, sale, aglio e rosmarino. Il nome deriva dal fatto che è la prima ad uscire dal forno: caccia, tirare fuori; nanze, davanti, prima.
Durante le festività del carnevale, molto sentito in tutta la provincia, si possono assaggiare i ravioli di Carnevale, sia salati, sia dolci. Quelli salati sono ripieni di carne e vengono mangiati fritti o lessi (solitamente incaciati, conditi solo con il formaggio). I ravioli dolci sono fritti e ripieni di crema o di castagne.
Nel periodo di Pasqua invece ci sono i piconi, ravioli ripieni di pecorino e cotti al forno, tipicamente mangiati assieme al salame.
A San Martino di Acquasanta non sono presenti strutture ricettive; è tuttavia possibile campeggiare nella piazzetta.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Ascoli Piceno con cambio a Trisungo.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!