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Tappa

176

Fonte Avellana > Rifugio Mainardi

Lunghezza
28.0
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
1180
m
-
720
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa lunga, intensa e varia. La prima parte ci vede alle prese con due salite importanti (specie quella al Pian di Spilli) per sentieri non sempre facilissimi; la seconda parte è invece facile e scorrevole, molto panoramica.

Arriviamo ai piedi del Monte Cucco, che ospita una delle più grandi grotte naturali in Europa.

Note particolari

La tratta da Pian di Spilli a Pian delle Macinare lungo l’E1 è una variante al Sentiero Italia (che vira invece verso nord, ritornando nel bosco), preferita per la grande panoramicità del tratto a mezzacosta.

Nella prima parte di percorso, fino a Pian Sant’Angelo, la segnaletica è scarsa e la traccia è talvolta malmessa e coperta dalla vegetazione: bene monitorare la traccia GPS.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
paesaggistico
PERCORSO

Dopo un breve tratto a mezzacosta, la traccia (non evidentissima) comincia a scendere costeggiando il corso di un torrente. Continuando diritto, ci immettiamo quindi sulla strada asfaltata e la seguiamo fino alla curva a gomito, dalla quale torniamo su sentiero e cominciamo la salita (300 m D+), su traccia non sempre ben chiara nel bosco, verso Pian Sant’Angelo. Lassù, la vista si apre e ammiriamo la bellissima parete orientale (quasi dolomitica) del Corno di Catria (1.185 m), che incombe sopra di noi.

Scendiamo velocemente (400 m D-) verso Isola Fossara. Giunti nel paesello, attraversiamo il fiume Sentino e, di nuovo su sentiero, ne percorriamo la riva occidentale. Quindi, il sentiero prende a salire (100 m D+) verso località Castellaro, da cui proseguiamo agilmente in saliscendi fino all’abitato di Coldipeccio

Attacchiamo l’ultima salita (400 m D+): il sentiero sale con decisione fino a Serra Piana, quindi si intraversa lungo il versante meridionale del Monte Motette e continua in veloce saliscendi. Sotto di noi, ammiriamo la selvaggia Valle delle Prigioni. Giungiamo infine al valico tra il Monte Ranco Giovannello e il Monte Motette (c’è una fontana). 

Quindi, passando su carrozzabile, procediamo a mezzacosta aggirando il Monte Ranco Giovanello; giunti alla sua spalla meridionale, passiamo su strada bianca e ritroviamo il Sentiero Europeo E1. Teniamo la destra al bivio e camminiamo spediti in falsopiano, con vista molto ampia, fino a virare verso nord-est sotto la Punta Sassopecoraro. La strada va dolcemente perdendo quota e, insieme ai mansueti cavalli bradi, ricompaiono i boschi di faggi. Dopo un paio di curve, giungiamo all'ampio Pian delle Macinare e al bel Rifugio Mainardi. Di fronte a noi, il Monte Cucco (1.566 m).


COSA SAPERE

Dal 1291 buona parte del massiccio del Monte Cucco appartiene all’Università Uomini Originari di Costacciaro, una proprietà comunitaria indivisibile, che nel corso dei secoli ha salvaguardato la montagna e negli ultimi decenni ha scongiurato i pericoli di abusivismi, in particolare nella zona di Pian delle Macinare.


Monte Cucco è oggi uno dei siti più conosciuti per il volo libero ed è stato più volte sede dei campionati mondiali.

Grazie alle caratteristiche del territorio si creano correnti ascensionali di aria calda ideali per volare con il deltaplano; non è affatto raro ammirarne qualcuno nel cielo.


COSA VEDERE

Il Monte Cucco (vuol dire Montecavo) è un blocco di calcare che ospita più di 100 grotte che si estendono per oltre 30 chilometri, con una profondità massima di circa 900 metri: uno dei sistemi ipogei più rilevanti del continente.

E’ possibile visitarne una parte, con delle guide esperte: le grotte non hanno nulla da invidiare a quelle di Frasassi, solo non sono così facilmente accessibili al pubblico e per questo non sono altrettanto famose.

La più famosa è la Grotta Agnese, nome che le deriva da una fanciulla che, secondo una leggenda, vi viveva in preghiera e contemplazione (venne poi uccisa brutalmente dal padre che non accettava la sua scelta).


COSA MaNGIARE

La crescia di Gubbio è una sorta di focaccia (ma non chiamatela così davanti agli Umbri!) non lievitata e molto semplice - un parente della piadina romagnola. Tradizionalmente cotta sui testi (dischi di ferro appoggiati sul fuoco del camino), viene farcita con affettati, formaggi oppure salsicce alla brace e spinaci.

DOVE DORMIRE

Rifugio Mainardi, a Pian delle Macinare. Tel. 393 252 7121


Camping Sigillo, a Val di Ranco (a circa 5 km dal Rifugio Mainardi, lungo la tappa del giorno successivo). Tel. 335 644 7708


Albergo Ristorante Da Tobia, a Val di Ranco. Tel.  075 917 7194


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è Serra Sant’Abbondio, partendo dalla cittadina di Fano con cambio a Fossombrone e poi Pergola.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“L’ultimo sole innaffia di luce il mosaico di appezzamenti sulle colline umbre”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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