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120 km a piedi in Campania: 3 cose che ho imparato

Testo e Foto di Davide Borgia

Questo ragazzo morente (ma felice) nella fotografia sono io, Davide, e vi voglio raccontare  le 3 cose che ho imparato camminando 120 chilometri a piedi sul Sentiero Italia con Va’ Sentiero.

Ho 24 anni, sono di Bari, ma mi sono trasferito a Torino per studiare ingegneria aerospaziale. Quando non studio (o invece di studiare) vado tra i monti e la storia che state per leggere parla proprio di una delle mie fughe montane… ma un po’ diversa dal solito.


Per ora vi basti sapere due cose di me. La prima è che sto portando uno zaino da 15 chili sulle spalle, la seconda è che sono un inguaribile sognatore. Sono sicuro che molti di voi possano capirmi: chiudere gli occhi e proiettarsi in una realtà misteriosa, avventurosa e lontana, sognare viaggi, luoghi e persone, avere il desiderio di mollare tutto e partire. Posso affermare che l’80% del mio tempo lo passo sognando ad occhi aperti.

Detto questo potete benissimo immaginare la mia reazione quando ho saputo della spedizione Va’ Sentiero… mentre giacevo nella mia cameretta nel bel mezzo del lockdown nazionale. I ragazzi erano sicuramente chiusi in casa come me, ma la mia mente era sulle terre alte del Sentiero Italia. Quel giorno promisi a me stesso che, cascasse il mondo, avrei camminato con Va’ Sentiero non appena si fosse presentata la prima occasione utile.


Io e il mio zaino da 15 kg, alla partenza della prima tappa, aspettiamo i ragazzi di Va' Sentiero (palesemente in ritardo)

Ed eccomi qui, una manciata di mesi dopo… sul Sentiero Italia con Va’ Sentiero! Ma dove di preciso?

Mi trovo in Campania, più precisamente nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Per farla breve, in un territorio sul quale non è troppo saggio camminare ad Agosto, con 35 gradi, sotto il sole più crudele della mia vita. Sono completamente sudato e consumo così tanta acqua da fare invidia ad un cammello. E poi ci sono loro, i ragazzi di Va’ Sentiero. Freschi come rose, (quasi tutti) profumati e pieni di energie.


La sofferenza sul mio viso suggerisce che camminare ad Agosto non sia la migliore delle idee

Al termine della lunga salita che ci ha portati sulla vetta del Monte Panormo ho avuto la prima rivelazione del viaggio. Asciugato il sudore dalla fronte con la maglietta già bagnata fradicia, ho capito che questi 7 ragazzi non sono mica in vacanza! Toccare con mano, anzi… con i piedi, il Sentiero Italia e raccontarlo in ogni sua sfaccettatura non è per niente facile. “Questi ragazzi stanno realizzando qualcosa di incredibile!” ho pensato. “Perché non posso imparare qualcosa da loro e poi, tornato a casa, applicarlo alla mia vita, ai miei progetti?”

E così ho iniziato a conoscerli meglio, cercando di sottrarre da loro tutta la conoscenza e la saggezza possibile. Un po’ come fai con un fratello maggiore. Il primo aspetto più evidente, quello che li accomuna tutti (oltre l’essere tendenzialmente profumati), è la loro capacità di ascoltare. Sono davvero affamati di storie. Ed ecco la prima cosa che ho imparato sul Sentiero Italia:

per conoscere davvero un luogo devi prima ascoltare le storie che quel luogo ti propone.

Ero partito pieno di pregiudizi sulle tappe che avrei percorso. Abituato alle Alpi, pensavo che la Campania mi avrebbe deluso, che non sarebbe stata interessante da percorrere a piedi. Mi sono ricreduto dopo 5 minuti. Il Parco Nazionale del Cilen… scusate, del Caldo Atroce di Agosto è un luogo spettacolare: paesaggi, montagne, borghi, foreste, e persone uniche.


Highlight della mia tappa preferita: la vista sugli Alburni dal monte Panormo (1742 metri)

Come ogni viaggio che si rispetti, non sono mancati i momenti di difficoltà. Le tappe, già abbondantemente lunghe, erano rese molto impegnative dal caldo africano e dal mio zaino super pesante, che mi ostinavo a portare senza svuotarlo. 

In particolare, alla salita al Monte Cervati -la cima più alta della Campania, ma solo secondo i locali-  ho dedicato le imprecazioni più colorite del viaggio. Il ciondolo della Madonna del Cervati che avevo trovato per terra poco prima mi avrebbe protetto… e solo così sono riuscito a conquistarmi la cima.

La seconda cosa che ho imparato sul Sentiero Italia è la seguente:

non importa quanto sei sudato, se tieni duro e raggiungi la vetta, la ricompensa sarà ineguagliabile.

Viaggiare a piedi è bello proprio per questo. Non è scontato raggiungere un particolare luogo solamente con le tue forze. Le emozioni che provi sono amplificate e i paesaggi diventano indimenticabili… specialmente se fino a poco prima li hai insultati.

Fine dell'agonia: ecco che arriviamo sulla cima del Monte Cervati (1898 metri)

Prima di concludere vi racconto di un altro momento di difficoltà (sì, ce ne sono stati parecchi). Contesto velocissimo: il quarto giorno di cammino si può sintetizzare nel numero 34. Trentaquattro come i chilometri da percorrere e come la temperatura media della giornata. Nonostante avessi più di 4 litri d’acqua, li consumo in poco tempo, assieme agli altri ragazzi. Camminare altre 3 ore sotto il sole senza acqua era impensabile e ci siamo trovati davanti alla fatidica scelta che capita almeno una volta nella vita di un escursionista: farti venire a prendere oppure proseguire?

Provvidenzialmente (sarà stata la Madonna del Cervati nuovamente) incontriamo dei simpatici locals che ci donano la loro preziosa acqua e riusciamo così a completare la tappa.


Grazie a questi tre signori e alla loro preziosa acqua siamo riusciti a completare la tappa

Uno sconosciuto è un amico che non conosci ancora.

Questa è la terza e ultima massima che mi porto a casa da questo incredibile viaggio. Che sia gente del luogo della quale nemmeno comprendi il dialetto oppure tuoi compagni di tappa, conoscere qualcuno mentre cammini (o vivi una qualunque esperienza poco convenzionale) ti permette di legare molto di più con quella nuova persona. L’ho detto prima, no? Le emozioni in cammino sono amplificate e lo sono anche i sorrisi, le parole, le connessioni.


L'arrivo a Lagonegro (PZ) alla fine della mia ultima tappa sul Sentiero Italia

Camminando 120 chilometri a piedi sul Sentiero Italia con Va’ Sentiero ho imparato queste tre cose: almeno un po’ più saggio sarò diventato, no? Le tre riflessioni alle quali sono arrivato potrebbero essere applicate da chiunque in qualunque contesto, da ognuno nelle proprie personali vite: è incredibile quanto possa fare il semplice camminare!

In quei soli 5 giorni, senza dubbio, sono cresciuto e mi porterò dietro per sempre questa avventura in cui ero perennemente sudato, sì, ma soprattutto… vivo.

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GUARDA IL VIDEO DI DAVIDE SUI GIORNI DI CAMMINO INSIEME, NEL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO!

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