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Tappa

110

Rifugio delle Marmotte > Rifugio Città di Chivasso

Lunghezza
18.7
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
1317
m
-
857
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

L’ultima tappa valdostana presenta buona lunghezza e un dislivello da non sottovalutare; è priva di particolari difficoltà.

Siamo nel Parco Nazionale del Gran Paradiso e il paesaggio dal Pian del Nivolet è bellissimo: le cime della Grivola (3.969 m), del Gran Paradiso (4.061 m) e della pinna di squalo della Becca di Monciair (3.544 m) incantano a lungo i nostri occhi.

Note particolari

Tratti di salita molto ripidi negli ultimi pezzi delle salite al Col Entrelor e al Colle Manteau.

MTB: i due passi possono essere fatti solo portando la bici in spalla per larghi tratti.

Punti d’acqua assenti fino al Rifugio Savoia: portarne ampia scorta.

Bellezza
periodo
Giugno - Settembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
paesaggistico
PERCORSO

Sull’Alta Via 2, cominciamo da subito la prima, importante salita (850 m D+ circa) verso il col Entrelor. La pendenza, pur costante, è decisa ed è bene non affrettarsi, dato l’ampio dislivello. L'ultimo tratto è ripido e, in caso di neve, richiede il superamento di un tratto attrezzato con scalette e cavi fissi. Dal Col Entrelor (3.008 m) godiamo di una bella vista sulla parete occidentale della Grivola (3.968 m).

La discesa (500 m D- circa) è più dolce e procediamo agilmente verso il Vallon de Nampio, passando per il Lac Noir e poi per il Lac de Djouan. Aggirato il lago, lasciamo l’Alta Via 2 e attacchiamo la salita (250 m D+ circa) al Colle Manteau. Si procede stancamente su fondo pietroso, ma non dura troppo; al Colle Manteau (2.790 m) davanti a noi si staglia il Gran Paradiso (4.061 m).

Riprendiamo la marcia perdendo velocemente quota (150 m D- circa). Superato il Vallon de le Meye, attacchiamo il lunghissimo traverso (detto Costa Lombarda) che costeggia dall’alto il suggestivo Pian du Nivolet, percorso dall’omonimo torrente. Poco prima dei Laghi del Nivolet, passiamo su strada asfaltata e giungiamo al Rifugio Savoia. Poco dopo, in veloce salita, siamo al Città di Chivasso. Concludiamo così la nostra meravigliosa avventura valdostana.


COSA SAPERE

ll Gran Paradiso (4.061 m) è l’unico massiccio sopra i 4.000 metri completamente in territorio italiano. Il suo nome suggestivo deriva in realtà dal valdostano Granta Parei, che vuol dire “grande parete”.


Nel 1931 il prete valdostano Joseph-Marie Henry, nell’intento di “certificare” la facilità dell’ascensione al Gran Paradiso (4.061 m) e attrarre così i turisti nella povera Valsavarenche, ebbe una sensazionale pensata: portare sulla cima… l’asino Cagliostro.

Ramponò perciò l’asino e insieme compirono l’impresa. Dalle pagine del diario del prete, leggiamo che, sulla vetta, Cagliostro “...pieno di gioia e di legittimo orgoglio lanciò un formidabile jodel che fece tremare dalle fondamenta i massi della cima”.

Leggenda vuole che prima di scendere Cagliostro depositò sulla vetta un profumato souvenir, a imperitura memoria: rock’n’roll.

La sensazionale impresa diede un grande impulso al turismo nella zona.


COSA VEDERE

Nex è un tipico villaggio valdostano risalente al Quattrocento, con edifici rurali costruiti con travi di legno incastrate tra di loro: questa tecnica permette di mantenere la  condizione termica ottimale negli interni, con l'aerazione necessaria a non fare essiccare i cereali conservati.

Oggi è una zona residenziale e turistica, nonché un ottimo esempio di restauro di architettura montana, compiuto dall’architetto Franco Binel negli anni Settanta mantenendo le peculiarità originali delle antiche costruzioni.


COSA MaNGIARE

In Val d’Aosta è d’obbligo provare il tipico caffè alla valdostana, una bevanda alcolica a base di caffè infuso con grappa, con l’aggiunta di zucchero e scorze d’arancio e di limone.

La bevanda non è solo un modo per scaldarsi nelle giornate più fredde; essa rappresenta anche un rito sociale nel folklore valdostano. Il caffè va infatti bevuto in compagnia da un unico recipiente, la coppa dell’amicizia, fatta di legno intagliato (noce o acero) e caratterizzata dai diversi beccucci: dopo aver appiccato il fuoco al caffè infuso e grappa, si beve uno alla volta e in senso antiorario (à la ronde).


DOVE DORMIRE

Rifugio Savoia, presso i Laghi del Nivolet. Tel. 0165 94141

Rifugio Città di Chivasso, poco prima del Colle del Nivolet. Tel. 0124 953150

COME ARRIVARE

Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.

La località raggiungibile in macchina più vicina è Chaudanne.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è Rhemes Notre Dame, partendo dalla città di Aosta con cambio a Villeneuve.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“A fine tappa ci concediamo un ultimo caffè valdostano nella coppa dell’amicizia: quando ci alziamo siamo più amici che mai...”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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