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Tappa

9

Castelmonte > Topolò

Lunghezza
29.7
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
1221
m
-
1260
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

La prima vera tappa impegnativa del nostro viaggio, specie per la considerevole lunghezza: da affrontare nella sua interezza solo se muniti di buone gambe e fiato.

La fatica è ripagata dagli splendidi panorami sulla Valle dell’Isonzo che si ammirano dal Monte Kolovrat (1.243 m), prima della difficile discesa al magico borgo di Topolò.

Note particolari

La tappa è molto lunga, pur in assenza di dislivelli importanti. I meno allenati possono spezzarla al Rifugio Solarie, prima della salita al Kolovrat.

Rischio di zecche.

La discesa dal Kolovrat è abbastanza impegnativa, per via della pendenza e del fondo sdrucciolevole: affrontarla con prudenza (specie in MTB).

I punti d'acqua recano spesso la dicitura "non potabile", ma i locali dicono si possa bere, pur non essendo esaminata e certificata.

Bellezza
periodo
Tutto l'anno
PERCORRIBILITà
INTERESSE
paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
paesaggistico
PERCORSO

Percorriamo verso nord-est il crinale, in saliscendi mediamente impegnativo, spesso affacciati sulla vallata slovena dello Judrio.

Superato il piccolo abitato di Gnidovizza, giungiamo alla frazione di Tribil Superiore.

Continuando, aggiriamo da nord la cima del Monte Cum e, su comoda carrozzabile, oltrepassiamo un ossario austriaco. Poco dopo, passato il centro di Clabuzzaro e costeggiando alcuni resti di edifici militari, giungiamo al bel Rifugio Solarie.

Una salita (150 m D+ circa) ci porta sulla catena del Kolovrat. Giunti sulla prima cima (Monte Poclabuz), si possono visitare le trincee della Grande Guerra, ottimamente tenute, da cui ammiriamo la Valle dell’Isonzo e la cittadina di Caporetto ben visibile. Avvistiamo il Monte Nero e il Matajur.

Continuando sulla panoramica dorsale lungo il confine italo-sloveno, passiamo il bivacco Zanuso (sempre aperto) e guadagniamo la cima del Monte Nagnoj (1.193 m, la più alta raggiunta finora). Da lì, comincia una ripida e impegnativa discesa nel bosco. Giunti all’abitato di Lasè, ci muoviamo in traverso nel bosco, incontrando cascatelle e piccole pozze. Infine, giungiamo al piccolo paese di Topolò.

COSA SAPERE

La questione della Slavia Friulana, o Benecija, si conosce poco. Le popolazioni slave arrivarono qui intorno al V secolo d.C.; nel corso dei secoli le Valli del Natisone mantennero la loro autonomia, anche sotto la Serenissima.

Nell’epoca fascista si cercò di eliminare l’identità culturale slovena e l’italianizzazione dei nomi fu uno degli strumenti utilizzati. 

Il periodo più drammatico arrivò però con la fine della seconda guerra mondiale: a causa della vicinanza con la Jugoslavia comunista, chi parlava sloveno era tacciato di essere filocomunista, in una sorta di caccia alle streghe. Diversi ex-soldati e fascisti divennero spie dell’organizzazione segreta paramilitare Gladio.

Questa complessa situazione conflittuale è continuata fino agli anni Novanta, generando un clima di tensione e sospetto che ha contribuito allo spopolamento di questi luoghi. Oggi la minoranza slovena è finalmente riconosciuta e molte sono le iniziative a suo favore, come la scuola bilingue a San Pietro al Natisone o il museo SMO (Slovensko Multimedialno Okno – Finestra multimediale slovena: per maggiori info e orari, si veda il seguente LINK).

COSA VEDERE

La Stazione Topolò - Postaja Topolove, è un bellissimo evento di arte contemporanea che si svolge tutti gli anni a luglio, con ospiti importanti.

Artisti di tutto il mondo si trasferiscono a Topolò e la trasformano, creando manufatti e performance, ispirati dall'interazione col territorio: l’arte incide, con la sua forza, sulle dinamiche del piccolo borgo.

Le performance artistiche si tengono nei vicoli, nei vecchi fienili, al limitare dei boschi, senza una vera distinzione tra pubblico e artisti; non ci sono orari fissi, ma indicazioni generiche: “al tramonto”, “pomeriggio presto”, “col buio”.

COSA MaNGIARE

La gubana, una ciambella ripiena di uvetta, noci e pinoli, è il dolce simbolo dell'intera regione. Originaria proprio delle Valli del Natisone, insieme agli strucchi (fagottini con lo stesso ripieno della gubana, lessi o fritti), rappresenta il miglior modo di concludere un pasto.

Per mangiare bene, consigliamo la Trattoria alla Posta nella vicina frazione di Clodig: è un posto speciale. Maria e suo marito da 50 anni propongono la cucina locale, con cura e passione. I piatti eleganti e saporiti sono il racconto del rapporto viscerale che gli abitanti hanno con queste valli. Da provare gli gnocchi al mirtillo! VEDI ARTICOLO

DOVE DORMIRE

Casa Vacanze Valentarjova, a Topolò. Tel. 0432 725076

Albergo Diffuso Casa Bergnach, a Topolò. Tel. 338 202 5905

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Udine.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


"Nel vecchio borgo Topolò si sperimenta un modo nuovo di vivere la montagna attraverso l’arte"

Lasciati ispirare

Va' Sentiero è anche un libro edito da Rizzoli!

Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.  

Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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