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Tappa

106

Courmayeur > La Thuile

Lunghezza
27.2
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
1680
m
-
1461
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

La prima dell’Alta Via 2 è una tappa molto lunga e di dislivelli molto importanti (sia in salita che in discesa), adatta perciò ad escursionisti in ottima forma.

La bellezza panoramica è (quasi) incomparabile, sviluppandosi la tappa al cospetto del versante meridionale del Monte Bianco: avvistiamo l'Aiguille Noire de Peuterey (3.773 m), le guglie appuntite delle Dames Anglaises,  il Dente del Gigante (4.013 m), le Pyramides Calcaires... Puro godimento!

Note particolari

La tratta da Dolonne al Col des Chavannes è una variante al Sentiero Italia (che percorre il fondovalle della Val Veny), preferita per motivi panoramici: l’aereo traverso e la cima del Mont Fortin regalano uno spettacolo irripetibile in tutto l’arco alpino.

La tappa è davvero tosta nella sua lunghezza: è d’obbligo partire alle prime luci. Chi volesse spezzare la tratta, dall’Arp Vieille Damon può scendere comodamente in Val Veny, lungo l’Alta Via 2, giungendo al Rifugio Elisabetta.

MTB: tratta percorribile con tratti a spinta; la salita al Mont Fortin è fortemente sconsigliata (meglio scendere in Val Veny lungo l’AV2), a meno di non farla tutta bici in spalla.

Punti d’acqua assenti dopo i Rifugi Randonneur du Mont Blanc e Maison Veille, a inizio tappa.

Bellezza
periodo
Giugno - Settembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
paesaggistico
PERCORSO

Attraversiamo il torrente Doire de Courmayeur e risaliamo leggermente verso Dolonne; quindi, attacchiamo l’Alta Via 2, che su ottimo tracciato sale ripidamente (700 m D+ circa) fino al Rifugio Maison Veille (1.957 m). Da lì, comincia un lunghissimo traverso che sorvola la Val Veny, per lo più pianeggiante, al di sopra del bosco: una balconata sull’enorme massiccio del Monte Bianco, un tratto esaltante.

Superiamo il Lac des Vesses e, nel successivo vallone, lasciamo l’AV2 e cominciamo l’irta salita (450 m D+ circa) al Mont Fortin, la parte più impegnativa della giornata (chi si sente stanco, può scendere comodamente in Val Veny lungo l’Alta Via 2, giungendo al Rifugio Elisabetta, dove è possibile spezzare la tappa). La salita è dapprima regolare, su sentiero comodo e solido, poi la pendenza e la difficoltà del terreno (ghiaioso) aumentano; nel tratto finale, alcuni passaggi sono un poco esposti. Infine siamo sul Mont Fortin (2.755 m), che ci ripaga con un panorama splendido che si apre a sud-est e abbraccia anche il Gran Paradiso (4.061 m) e il Rutor (3.486 m).

Ripartiamo su comodo sentiero in falsopiano, cambiando versante, e giungiamo al Lac du Mont Perce. Da lì, merita una deviazione il Col de Chavannes (dove ritroviamo l’AV2), con ottima vista sul Ghiacciaio del Miage e la relativa morena, solitamente pieno di stambecchi. Torniamo sui nostri passi in direzione del Lac du Mont Perce, per prendere quindi la carrozzabile che scende nel Vallone des Chavannes costeggiando l’omonimo torrente - sembra infinita, ma scorre agilmente, con una bella vista sull' impressionante parete nord del Pointe du Fornet (3.070 m). 

Alla fine del vallone, la vista si riapre e guadagniamo la strada, per scendere dolcemente fino a La Thuile.


COSA SAPERE

In epoca romana passava per La Thuile un’importantissima via dell’Impero: la Via delle Gallie, il cui percorso è testimoniate dalla presenza di numerosi siti archeologici.


La Thuile era conosciuta anche per la presenza dei marrons, giovani valligiani che guidavano i viaggiatori nell’attraversamento dei valichi alpini.

Si hanno notizie di questi marrons, antesignani delle odierne guide alpine, già nell’XI secolo: in una vecchia cronaca del 1129 si racconta infatti di un gruppo di mercanti bloccati al passo del Gran San Bernardo, impraticabile per la troppa neve; alcuni giovani del luogo, vestiti di pelle, li guidarono nel percorso, battendo la pista sulla neve fresca.

Nel 1643, i marrons vennero esonerati dal servizio militare dal re Amedeo I, in quanto era fondamentale tenere sgombro dalla neve il Passo del Gran San Bernardo.

COSA VEDERE

Data la significativa presenza di carbone e argento, a inizio Novecento La Thuile divenne una cittadina mineraria.

Così, negli anni Trenta, molti lavoratori giunsero da tutt’Italia (prevalentemente da Lombardia e Veneto) per lavorare nelle miniere della zona.

Essi vennero alloggiati in alloggi costruiti appositamente: si creò così un vero e proprio villaggio, con tre edifici adibiti a dormitori e un quarto che ospitava i servizi: lavanderia, stireria, docce, cucina con le mense (quella degli operai e quella degli impiegati), sala da ballo e bar.

Successivamente trovarono posto anche un panificio e lo spaccio, nonché un’infermeria con venti posti letto e una sala operatoria (garantendo un’assistenza sanitaria d’avanguardia). Nel 1966, alla chiusura delle miniere, il villaggio si spopolò completamente.

La proprietà del villaggio passò alla Regione che stabilì di trasformarlo in un insediamento scolastico e ricettivo, ma il progetto non venne realizzato. Nel 2005 il complesso è stato venduto a privati, con destinazione ricettivo-alberghiera.  


COSA MaNGIARE

Il bleu d’Aoste è un formaggio erborinato, una delle perle enogastronomiche della Valle d’Aosta.

Il sapiente uso della stagionatura riesce a far emergere le magiche sfumature del miglior latte d’alpeggio.


DOVE DORMIRE

Camping Rutor, a La Thuile, località Sapinera. Tel. 333 13 72 961

A La Thuile sono presenti numerose strutture ricettive.


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Aosta. 

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Tra tanta bellezza, ci rattrista tuttavia la visione del Ghiacciaio del Miage, in evidente ritiro”

Lasciati ispirare

Va' Sentiero è anche un libro edito da Rizzoli!

Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.  

Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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