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Tappa

181

Monte Cavallo > Visso

Lunghezza
17.0
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
799
m
-
843
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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50388703
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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa mediamente lunga e con buon dislivello: alla salita iniziale segue un lungo tratto in saliscendi e infine una lunga discesa.

I paesaggi sono stupendi e, a Piagge d’Orvano, ci godiamo un balcone senza eguali sui magnifici Monti Sibillini, prima di scendere nella bella cittadina di Visso, purtroppo devastata dal terremoto del 2016. Siamo alla metà del Sentiero Italia!

Note particolari

Prima di arrivare al Pian della Cuna, costeggiamo un lungo tratto di vecchio filo spinato: prestare attenzione.

La segnaletica è ancora inadeguata e (specialmente nel tratto a mezzacosta verso Piagge d’Orvano e nella successiva discesa) la vegetazione nasconde spesso la traccia, poco battuta: è facile perdersi. Bene pertanto monitorare la traccia GPS.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
paesaggistico
PERCORSO

Prendiamo la strada asfaltata verso sud, inoltrandoci nella Valle della Madonna, in leggera, costante salita. Laddove la strada finisce, prendiamo il sentiero verso sinistra, in direzione di località Cerreto, per poi arrivare su una vecchia carrareccia, che prendiamo verso destra fino ad arrivare all’ampia sella tra Cima Corno e il Monte Cetrognola. 

Dal valico, anziché proseguire sulla carrozzabile, prendiamo la poco visibile traccia sulla  sinistra, superando poco dopo una recinzione di filo spinato. Proseguiamo a mezza costa, in dolce saliscendi, quindi costeggiamo (con prudenza) un tratto di filo spinato. Giungiamo al Pian della Cuna, dove troviamo una grande fontana. Riprendiamo verso est, salendo appena, mentre il paesaggio si apre sempre di più.

Sotto il Colle Rotondo troviamo un bivio, al quale teniamo la sinistra e iniziamo un lungo traverso sul versante sud-ovest del grande Monte Fema. Il sentiero va facendosi man mano più impegnativo: non c'è segnaletica e le tracce sul terreno sono molteplici e sconnesse (se ci rendiamo conto di scendere, abbiamo preso la traccia sbagliata). Infine, in leggera salita, giungiamo alle Piagge d'Orvano (1.319 m), da dove si spalanca una vista incredibile, che abbraccia tutto il gruppo dei Monti Sibillini. In fondo scorgiamo il Monte Vettore (2.476 m), il più alto del gruppo. 

Con tanta bellezza negli occhi, attacchiamo la lunga discesa (700 m D-), sempre a mezzacosta, non facilissima nel primo tratto per via del terreno sconnesso, di alcuni tratti ripidi e delle tante piante che nascondono spesso la traccia. Rientriamo presto nel bosco, ma a tratti si aprono degli scorci panoramici sul ripido vallone del fiume Nera, sotto di noi.

Giunti a quota 1.000 m, ci immettiamo in una carrareccia e proseguiamo più agevolmente. Infine, giungiamo sulla strada asfaltata, tra le case semi-distrutte dal terribile terremoto del 2016, e raggiungiamo il piccolo borgo. 

Siamo a metà del Sentiero Italia: ci meritiamo una bevuta.


COSA SAPERE

Visso è un altro dei paesi dell'Appennino intrisi di storia: uno dei borghi più belli d’Italia, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

Nel 2016 purtroppo è stato colpito da diverse scosse di terremoto, da agosto a ottobre, e oggi il 90% degli edifici è inagibile e nel centro storico si sono verificati numerosi crolli.

Sono state allestite aree urbanizzate per le Soluzioni Abitative di Emergenza (le “casette”, per gli abitanti) e spazi provvisori per le attività produttive rimaste attive, in attesa di ulteriori sviluppi.

Nel centro storico, ora chiuso per evidenti motivi di sicurezza, ci sono numerosi edifici d’interesse storico e artistico. Palazzo Leopardi era la residenza estiva di lontani parenti del poeta che trascorse così dei periodi a Visso. Un’importante collezione comunale dei suoi manoscritti, compreso quello de “L’Infinito”, era conservata nel Museo dei Manoscritti che ha sede nel Palazzo dei Governatori. In seguito al terremoto la collezione è stata portata a Bologna.


COSA VEDERE

A Visso si trova, dal 1993, la sede del Parco Dei Monti Sibillini.

Questo incredibile parco è caratterizzato da una presenza diffusa di insediamenti di origine medievale e di ambienti naturali di pura wilderness: oltre alle stelle alpine e al genepì dell’Appennino, vivono nei boschi del parco lupi, gatti selvatici, cervi, camosci, aquile reali, falchi pellegrini…

L’unicità del paesaggio ha acceso nei secoli la fantasia dell’uomo, come dimostrato dai nomi evocativi che contraddistinguono queste montagne: Pizzo del Diavolo, Gole dell’Infernaccio, Monte Sibilla...


COSA MaNGIARE

Nella cucina dei Monti Sibillini sono ottimi gli affettati.

Tra questi spicca il ciauscolo, il salume più famoso della provincia, che nasce proprio a Visso. Si tratta di un impasto di carne tritata di maiale (spalla, pancetta, insieme alle rifilature di prosciutto e lonza) a cui vengono aggiunti vino, aglio e un mix di aromi e spezie.

Oltre al sapore unico, è famoso per essere un salame spalmabile (delizioso sul pane abbrustolito).

Altrettanto famoso il mistrà, un tipico liquore secco marchigiano a base di anice (ottimo come digestivo) prodotto da un’azienda simbolo del territorio, la Distilleria Varnelli.


DOVE DORMIRE

B&B Il Ruscello, a Visso. Tel. 349 406 6364


Affittacamere Due Torri, a Visso. Tel. 0737 95403 - 339 160 1018


Hotel Elena, a Visso. Tel. 0737 9277

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla cittadina di Civitanova Marche con cambio a Macerata, poi Castelraimondo e infine Camerino.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“All’improvviso ci troviamo davanti i Sibillini, per un paesaggio da Nuova Zelanda: pianori innevati e pareti a strapiombo si susseguono senza soluzione di continuità”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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