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Tappa

25

Rifugio Fondovalle > Rifugio Pian di Cengia

Lunghezza
5.7
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
1019
m
-
2
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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52701009
Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa molto breve, tutta in salita ma semplice e su ottimo tracciato, che ci porta nel cuore delle Dolomiti di Sesto.

La durata minima ci permette di esplorare, dal Rifugio Pian di Cengia, il meraviglioso gruppo della Croda di Toni (3.094 m), al cospetto degli strepitosi Cadini di Misurina.

Note particolari

La tratta costituisce una variante al Sentiero Italia (che dal Rifugio Fondovalle risale direttamente al Locatelli, passando per l’Alpe dei Piani), preferita per l’estremo interesse paesaggistico della Croda dei Toni e il relativamente minore traffico turistico.

I rifugi dell’intera area sono tra i più frequentati d’Italia: occorre pertanto prenotare con largo anticipo (settimane!) per assicurarsi un posto.

Unico punto d’acqua al Rifugio Comici. Al Rifugio Pian di Cengia non c’è una sorgente e occorre portare una buona scorta per non usare troppe bottiglie di plastica.


Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
Paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
Paesaggistico
PERCORSO

Lasciamo il Rifugio Fondovalle e ci incamminiamo in piano verso sud; poco dopo, come da cartelli, prendiamo il sentiero sulla sinistra verso il Rifugio Comici. Giunti ai piedi dell’impressionante parete sud della Cima Una (2.698 m) attacchiamo la lunga salita (1.000 m D+ circa).

Prendiamo quota a zig-zag nel bosco, circumnavigando da est la Cima Una e poi il Pulpito Alto. Con pendenza costante risaliamo la Val Fiscalina Alta affacciati sulla Cima Undici. Infine, piegando leggermente verso sinistra, entriamo nella testa terminale della valle e dinanzi si palesa la mole gigante della Croda dei Toni (o Cima Dodici).

Poco dopo siamo al Rifugio Comici (2.224 m). Ripreso fiato e apprezzato il paesaggio, affrontiamo gli ultimi 200 metri di dislivello costeggiando la massa del Collerena (2.607 m), un grosso panettone di argilla e detriti che contrasta con le severe pareti verticali circostanti; il tracciato è sempre facile, largo e ben segnalato. Giunti al Passo Fiscalino (2.519 m) procediamo brevemente su una cengia scolpita nella roccia viva e arriviamo al bel Rifugio Pian di Cengia (2.528 m).

Data la bellezza della zona, si consiglia di esplorare i dintorni (Crode Fiscaline, Forcella Croda dei Toni, Passo de l’Agnei…) e riservarsi la vista delle Tre Cime all’alba del giorno successivo. Altrimenti, si può proseguire fino al vicino Rifugio Locatelli (parecchio trafficato).


COSA SAPERE

Il Rifugio Pian di Cengia sorge su quello che un tempo era un avamposto degli Gebirgsjäger (gli Alpini austriaci), come dimostra il frigorifero naturale ricavato da quello che era il deposito delle munizioni.

Venne costruito nel 1960 dal nipote della celebre guida alpina Sepp Innerkofler, così forte da essere chiamato il “Re (senza corona) delle Dolomiti”. Per un triste scherzo del destino, il rocciatore fu ucciso sul Monte Paterno (cima che aveva conquistata, alpinisticamente, nel 1882 insieme a Erich Kunigl) durante la Prima Guerra Mondiale, quando militava nelle schiere austriache.

Nonostante la non più giovane età, Sepp Innerkofler si distinse come comandante della Pattuglia Volante, un gruppo di guide e rocciatori che aveva il compito di tenere continuamente sotto tiro il nemico da tutte le cime di Sesto, per dare l’impressione che tutte le vette fossero occupate.


La salamandra alpina, di colore nero lucente, è solitamente visibile solo quando piove ed esce dalla sua tana. È l’unico anfibio con un ciclo di riproduzione completamente autonomo dalla presenza d’acqua. In base alle condizioni climatiche, il processo di gestazione (ossia dello sviluppo delle uova e delle larve) può richiedere fino a 4 anni: un vero record per il minuscolo anfibio, che batte persino quello dell’elefante!


COSA VEDERE

La Meridiana di Sesto è un’enorme meridiana naturale costituita dalle cime dolomitiche che si possono vedere dal comune di Sesto. Nell’orario invernale, il sole sovrasta progressivamente le cime che prendono il nome delle ore centrali del giorno: cima Nove, Dieci, Undici, Dodici e Una. Le più famose di queste sono sicuramente la Cima Dieci, nota come Croda Rossa di Sesto, e la Cima Dodici, detta anche Croda dei Toni (per i tuoni che attira).

Sesto, il comune di riferimento della valle, deve il suo nome per la posizione a sud (sesta ora) rispetto a San Candido.

COSA MaNGIARE

Il Kaiserschmarren, letteralmente le “frittata dell’imperatore” è un dolce tipico della tradizione austriaca pare assai apprezzata dall’imperatore Francesco Giuseppe. Si tratta di una sorta di crepes frantumata servita con marmellata di mirtilli e zucchero a velo.


Lo schiz è un formaggio fresco, a pasta semidura, tipico del Bellunese; viene tradizionalmente dorato in padella, passato in forno con l’aggiunta di panna e servito accompagnato dalla polenta.

Nasce come pasto dei malgari durante i mesi d’alpeggio: lo schiz, infatti, era l’eccedenza della cagliata, che strabordava nelle fascere.

Oggi viene prodotto in forme rettangolari per favorire il taglio a fette.


DOVE DORMIRE

Rifugio Sigismondo Comici, alla testa occidentale della Val Fiscalina Alta. Tel. 0471 1930388

Rifugio Pian di Cengia, poco a nord del Passo Fiscalino. Tel. 337 451 517

Rifugio Locatelli, ai piedi del Sasso di Sesto. Tel. 0474 972002 (è molto probabile che non risponda)


COME ARRIVARE

Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.

La località raggiungibile in macchina più vicina è il parcheggio Val Fiscalina.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è Moso, partendo dalla cittadina di Brunico con cambio a Dobbiaco.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Le Dolomiti di Sesto sono un monumento alla montagna. Se non è forse giusto dire che sono le vette più belle al mondo (ma verrebbe da farlo), sono certo le meno comparabili”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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