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Tappa

114

Balme > Lago di Malciaussia

Lunghezza
19.4
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
1814
m
-
1465
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Paola Borgaro Capitanio.


Tappa lunga e intensa, caratterizzata dalla lunga salita al Colle Costa Fiorita, seguita da un'importante discesa.

Molto bella e varia, alterna pareti e guglie vertiginose alla colorata palude del Lago Falin.

Il monumentale Rocciamelone (3.537 m) riflesso nel Lago di Malciaussia è la cartolina della giornata.

Note particolari

La tappa è abbastanza consistente: si consiglia pertanto ai meno allenati di spezzarla a Usseglio.

La discesa da Passo Paschiet è talvolta esposta e su terreno non felicissimo (diverse rocce infiltrate e scivolose).

Nella ripida salita al Lago Falin il terreno è spesso fangoso e ripido, si scivola facilmente.

Per chi volesse, da Margone si può risalire il lato orografico sinistro della vallata per andare a prendere la vecchia Ferrovia Decauville, in disuso, che taglia in traverso fino al Lago di Malciaussia. Il tratto è molto panoramico, ma ricoperto di erba alta.

Punto d’acqua al Bivacco Gandolfo, poi più nulla fino alle frazioni di Usseglio.

Bellezza
periodo
Giugno - Settembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
culturale
RAGGIUNGIBILITà
culturale
PERCORSO

Usciamo dall'abitato lungo la strada asfaltata, quindi prendiamo il sentiero della GTA e cominciamo la lunga salita (900 m D+ circa), mai troppo ripida, costeggiando il Rio Paschiet nel bosco. Usciti dagli alberi, la pendenza del sentiero (sempre in buono stato) aumenta; giungiamo ai Laghi Verdi (2.160 m) - quello superiore, in particolare, ha un colore da sogno e invita al tuffo. Risalendo, passiamo il Bivacco Gandolfo, piccolo ma accogliente, e proseguiamo la salita, costante e priva di strappi, fino al Passo Paschiet (2.434 m), dove la vista si apre sull'alta Valle di Viù.

Procediamo in discesa, molto agevole, raggiungendo in breve tempo il pianoro sottostante, presso cui imbocchiamo il sentiero sul lato destro (le indicazioni e la traccia non sono facilmente visibili, prestare attenzione) per risalire abbastanza velocemente (200 m D+ circa) al Colle Costa Fiorita (2.445 m), che ci introduce alla Valle di Viù.

Ripreso fiato, accontentati gli occhi, affrontiamo la lunga discesa (1.200 m D- circa), piuttosto decisa, quasi tutta su sentiero in traverso. Lo sguardo cade sulle creste aguzze e dentate che dividono il Vallone di Venaus. Alcuni passaggi sono esposti, occorre passo fermo e particolare attenzione alle rocce scivolose. Rientrando nel bosco, il sentiero si fa meno complicato e, costeggiando il Rio di Venaus, giungiamo alla frazione Cortevicio di Usseglio (poco dopo, i più stanchi possono spezzare la tappa, sostando al posto tappa GTA, Albergo La Furnasa).

Ci rimettiamo in marcia percorrendo un lungo tratto di strada asfaltata fino a Margone. Da lì riprendiamo il sentiero: dapprima molto facile, in riva al torrente Stura di Viù, si impenna presto nel bosco (250 m D+ circa), fino allo strappo finale (su terreno molto ripido e scivoloso per il fango) che conduce al Lago Falin (1.693 m), una palude molto affascinante, dominata dal versante settentrionale della Grand Uia (2.663 m). Dall’altra parte della valle, a nord, avvistiamo alla nostra altezza la vecchia Ferrovia Decauville. Dal lago perdiamo un poco quota e quindi risaliamo lentamente (150 m D+ circa); infine, superato una stretta gola, giungiamo al Lago di Malciaussia, da cui ammiriamo la piramide del Rocciamelone (3.537 m).


COSA SAPERE

La Val di Viù è la più meridionale delle bellissime Valli di Lanzo. Oltre a quella di Malciaussia, la valle ospita la diga del Lago della Rossa, situata ad un'altitudine di 2718 m: si tratta dello sbarramento idrico più elevato d'Europa.

I primi a popolare questa zona furono i Taurini di etnia ligure e in seguito i celti.

Tra queste montagne, nel 218 a.C., passò Annibale, con 30.000 soldati, migliaia di muli e cavalli e ben 37 elefanti! Anche se i Cartaginesi furono poi sconfitti dai Romani a Zama, nel 202, il passaggio dell’armata cartaginese rimane ad oggi un’impresa memorabile, una delle più grandi dell’antichità.


Sembra che il nome Malciaussia derivi dal patois mal ciaussia, ovvero “mal calzati”, ad indicare la vecchia abitudine dei poveri abitanti delle zone a calzare scarpe vecchie e logore o di scarsa qualità.

COSA VEDERE

Alle prime luci del giorno il Lago di Malciaussia all’alba si tinge di arancione, insieme alla parete del Rocciamelone, trasformando tutta la conca in un piccolo affresco.

La diga del lago fu costruita negli anni Trenta. Per la sua realizzazione la vecchia frazione di Malciaussia fu sommersa dall’acqua: una leggenda locale vuole che talvolta si odano risuonare le campane della vecchia chiesetta di San Bernardo, un chiaro segno di sventura.


COSA MaNGIARE

Caratteristici delle Valli di Lanzo, oltre alla famosa toma di Lanzo, sono i rinomati e delicati grissini.

La paternità del grissino è tutt’oggi molto discussa; tuttavia, sappiamo che a decretarne la fama fu la loro prescrizione al piccolo Vittorio Amedeo II di Savoia da parte del medico di corte, chiamato a curare gli acciacchi intestinali del futuro regnante.

Da lì, il successo internazionale fu travolgente: Napoleone ne fu tanto entusiasta da ordinare un approvvigionamento regolare dei petits batons de Turin.

DOVE DORMIRE

Albergo La Furnasa (posto tappa GTA), nella frazione Villaretto di Usseglio. Tel. 0123 83788 - 0123 83747

Rifugio Vulpot, presso l’estremità orientale del Lago di Malciaussia. Tel. 0123 83771


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Torino con cambio a Ceres dove si cambia compagnia di automezzi.

Qui il LINK del bus per controllare gli orari.

Qui il LINK della seconda compagnia di automezzi per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“La palude del Lago Falin è un tripudio di colori autunnali: l’estate sta finendo…”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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