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Tappa

287

Caporosa > Villaggio Buturo

Lunghezza
26.8
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
839
m
-
575
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Una tappa piuttosto lunga e di buoni dislivelli, ma accompagnata dai bellissimi scorci che la Sila ancora ci riserva: la val Tacina, la cascata del Piciaro, il magico bosco di Gariglione, la val Soleo...

Note particolari

Durante la tappa si incontrano diversi cancelli di filo spinato, che occorre aprire (e richiudere, sempre!).

Nella Val Tacina, la recinzione in filo spinato non ha un varco apribile e occorre trovare un punto in cui scavalcare o passare sotto al filo di ferro (in estate si consiglia di sfruttare il letto secco del torrente).

In alcuni segmenti della tappa (in particolare nella Val Soleo) il tracciato non è sempre evidente sul terreno e i segnavia discontinui: bene monitorare la traccia GPS.

Unico punto acqua nella salita al Colle del Comunello (nella prima frazione della tappa): portarne buona scorta.

Bellezza
periodo
Maggio - Ottobre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Lasciamo Caporosa e l'asfalto per imboccare il largo sentiero che va costeggiando la riva occidentale del Lago Ampollino, in saliscendi; il paesaggio è sempre da Grande Nord. Quindi scendiamo appena per attraversare un fiumiciattolo e raggiungiamo la strada provinciale, che seguiamo verso sinistra per circa 1 km prima di svoltare verso destra e superare una sbarra di proprietà privata (si sorpassa un villaggio, non dovrebbero esserci problemi); poco dopo, oltrepassiamo un cancello (potrebbe essere chiuso a chiave, se è così bisogna scavalcare) e su strada sterrata attacchiamo la salita (400 m D+ ca.) nel bosco di pini.

Dopo diversi tornanti, giungiamo al Colle del Comunello e, dopo un paio di saliscendi, iniziamo la discesa (250 m D- ca.) verso la Val Tacina: il panorama che ci si apre innanzi è davvero notevole, con prateria di memoria alpina e bellissime vacche podoliche al pascolo. Seguiamo la vallata verso est, cercando di superare alla prima occasione il corso del fiume Tacina e la recinzione di filo spinato (non c'è un ingresso, occorre intuire un passaggio, si consiglia di passare sotto sfruttando il letto del fiumiciattolo). Quindi iniziamo a prendere lentamente quota sul versante sud del vallone e, dopo un tratto in piano (durante il quale ammiriamo la cascata del Piciaro!) attacchiamo la seconda salita del giorno (200 m D+ ca.), a tratti molto ripida, addentrandoci nel bellissimo bosco di Gariglione, composto da faggi e pini. Superato un faggio dai molti fusti (davvero spettacolare) giungiamo su una strada asfaltata: poco distante (appena sotto il Monte Gariglione) si trova il Rifugio Grandinetti, dove i più stanchi possono spezzare la tappa. Se scegliamo di proseguire seguiamo appena la strada verso destra per poi superare un cancello di filo spinato sulla sinistra e prendere un sentiero a scendere. Dopo la breve discesa, entriamo nella val Soleo: la traccia non è sempre chiarissima e dobbiamo monitorare la traccia GPS, con qualche saliscendi. Infine spuntiamo nella grande radura e, superato qualche guado, procediamo quasi in piano fino a ritrovare una strada asfaltata, che superiamo.

Ci immettiamo su una comoda sterrata che va scendendo (100 m D- ca.) di nuovo nel bosco, aggiriamo una casetta dell'acqua e dopo nemmeno 1 km prendiamo la traccia sulla sinistra (non immediata da individuare, occorre monitorare la traccia GPS) che porta al fiume Crocchio; superiamo il fiume su un ponticello di cemento, continuiamo su sterrata in leggera salita fino a immetterci verso sinistra in una strada asfaltata; nemmeno mezzo km e siamo a Villaggio Buturo.


COSA SAPERE

Nei pressi del Villaggio Buturo è presente la Riserva Naturale Biogenetica del monte Gariglione.

Situata tra i 1.500 m e i 1.750 m, nella zona della Sila piccola, è composta da una foresta di pino laricio e abete bianco. L'area fino al XIX secolo fu proprietà dei Borboni.

Dopo la caduta della corona spagnola venne venduta alla ditta tedesca Hulsberg ed infine espropriata dal demanio durante la Prima Guerra Mondiale. Lo scrittore inglese Norman Douglas nei suoi viaggi in Calabria visitò il monte Gariglione e rimase colpito dalla sua natura selvaggia, come fosse una zona vergine, data la scarsa antropizzazione. Tra i boschi della riserva vi è Prometeo, albero monumentale considerato, con i suoi 35 metri, l'abete più alto d'Italia.


In tutta la Calabria riecheggiano le citazioni di George Norman Douglas (1868-1952), scrittore britannico noto per il romanzo South Wind del 1917 e per Old Calabria, dove vengono raccontati i suoi viaggi nel Sud Italia. Lo scrittore, accusato di molestie sessuali in Inghilterra, si rifugiò in esilio in Italia, con particolare interesse per Capri, dove morì dopo una lunga malattia. Si era innamorato dell'atmosfera mitologica e selvaggia che si respirava in Calabria, con le sue montagne impervie e solitarie.

Più recentemente, l’itinerario di viaggio dello scrittore inglese, raccontato in Old Calabria, è stato ripercorso dal naturalista Francesco Bevilacqua.

COSA VEDERE

Nella località di Ruvazzo è presente un monolite di pietra circondato dal mito e dalla leggenda. La sua posizione è stata per secoli un punto di riferimento per i popoli che abitavano la zona. È alto 5 metri ed è caratterizzato dalle incisioni seicentesche del periodo del brigantaggio - alcuni sostengono fosse il luogo in cui i banditi nascondevano i loro bottini.


Area di notevole interesse naturalistico è la riserva naturale regionale Valli Cupe al cui interno sono presenti alberi secolari, cascate, gole e monoliti - in particolare la suggestiva Gola delle Valli Cupe nel comune di Sersale, che collega quattro monasteri basiliani.

Tra le cascate presenti nella riserva di assoluto fascino sono quelle del Crocchio, circondate da una vegetazione subtropicale - in particolare da una varietà di felci preistoriche. Ancor più suggestiva è la Cascata dell'Inferno, posizionata in una stretta e profonda gola, abbellita dalla presenza di un platano che bagna le sue radici nell'acqua. La più alta è la Cascata della Rupe che cade con due salti di ben 57 metri. Un tuffo nelle acque limpide di queste cascate è d'obbligo.

COSA MaNGIARE

Tra le bibite analcoliche più gettonate in Calabria ci sono le bevande gassate al caffè. Le due marche più note sono la Brasilena di Catanzaro e la Moka Drink di Cosenza. Un unicum nel panorama delle bibite analcoliche italiane.

Di particolare fascino è il carattere vintage delle immagini della Brasilena.


DOVE DORMIRE

Locanda Pecora Nera, a Villaggio Buturo. Tel. 339 4222531


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è San Giovanni in Fiore, partendo dalla città di Cosenza.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“La cascata del Piciaro è un’oasi felice per le nostre gambe”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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