Tappa di media lunghezza e priva di particolari difficoltà.
Dopo una salita iniziale, proseguiamo in saliscendi lungo una bastionata rocciosa, per poi scendere verso la meravigliosa cittadina di Cefalá Diana.
Tappa quasi completamente priva di ombra: vivamente sconsigliata nei mesi estivi.
Unico punto acqua a Villafrati (a tappa quasi conclusa): portarne buona scorta.
Rischio di zecche (presenza di greggi di pecore ed erba alta).
La traccia lungo il crinale iniziale è pressoché inesistente, prestare attenzione ai segnavia.
Usciti da Villafrati occorre attraversare una statale molto trafficata: prestare attenzione.
Ci lasciamo alle spalle Ciminna per avventurarci nei campi coltivati appena sopra il borgo. Dopo un tratto iniziale su strada asfaltata, continuiamo su sterrato fino a raggiungere il bordo del crinale, lungo il quale si sviluppa il sentiero che prendiamo. Continuiamo lungo tutta la dorsale, costeggiando la bastionata (se al posto dei campi coltivati sottostanti ci fosse il mare, saremmo in Irlanda!) e camminando su roccia (dobbiamo prestare attenzione ai segnavia, perché la traccia è spesso assente).
Dopo esser passati alle pendici del roccione di Cozzo Bardaro (695 m) lasciamo il sentiero e continuiamo brevemente su strada asfaltata; dopo aver superato la chiesetta di Madonna di Loreto, torniamo su sterrato. Qua e là incontriamo casolari e ovili. Procediamo così fino alle pendici di Cozzo Rocca Cavallo dove, dopo uno strappo in salita, riprendiamo l’asfalto e iniziamo a intravedere il castello arabo-normanno di Cefalá Diana.
Scendiamo di poco fino a Villafrati (dove possiamo anche rifornirci d'acqua vicino a un parchetto dedicato a Peppino Impastato). Superato il paesino, attraversiamo una statale molto trafficata e affrontiamo l'ultimo strappo in salita (150 m D+ ca.). Una sterrata ci conduce fino al bellissimo castello e da qui ci godiamo l’ingresso nella piccola, deliziosa Cefalá Diana.
Cefalà Diana è una città di origine greca che deve il suo nome alla rupe in cui sorgeva il castello, chiamata in greco Kephalè (testa). Altri sostengono che il nome sia da attribuire ad un appellativo riconosciuto ai nobili militari bizantini: kefalas.
Collocata tra Palermo e la valle di Mazara, aveva un'importante funzione difensiva, perché di qui passavano molti dei commerci interni alla regione, in particolare la via del grano - la stessa valle di Mazara era un importante luogo di produzione cerealicola.
La conquista araba della Sicilia ha lasciato a Cefalà Diana un magnifico esempio di terme risalenti al basso medioevo. I Bagni di Cefalà Diana (o terme arabe), sorgono addossati a uno sperone roccioso da cui fuoriesce una sorgente d'acqua calda. L'edificio che ospita i bagni è una robusta costruzione quadrangolare, l'interno è costituito da un grande ambiente, con una volta ogivale, diviso da tre archi che separano le due aree: in una è presente una vasca da bagno grande, nell'altra ve ne sono tre più piccole.
Da sempre attribuita agli arabi, per via dello stile e di un'iscrizione in caratteri cufici, recenti studi stanno spostando la sua fondazione al periodo romano.
A Cefalà Diana viene prodotto il liquore d'alloro; quello di Casa d'Allora è davvero speciale. Si tratta di una bella storia di ritorno: Antonio Barone ha saputo valorizzare un prodotto tipico e trasformarlo in un liquore che si presta benissimo come base innovativa per cocktail.
B&B Caravella Mezzojuso, a Mezzojuso (a 4 km ca. da Cefalà Diana). Tel. 347 880 2412
Casa degli Artisti San Lorenzo, a Mezzojuso. Tel. 320 031 0130
Casale Valle Agnese, a Godrano (4.5km da Cefalà Diana). Tel. 327 784 8711
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Palermo.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Anche il più complicato dei sogni, un sogno lungo più di 7.000 chilometri, si può realizzare, insieme: la nostra spedizione sul Sentiero Italia ne è stata la prova!
Va’ Sentiero è un progetto nato dal basso e cresciuto grazie al contributo spontaneo di migliaia di persone che hanno creduto in noi.
Ora, che abbiamo concluso la nostra prima spedizione e dimostrato la nostra credibilità, vogliamo continuare a perseguire il nostro ideale, promuovendo la montagna come laboratorio di innovazione e tutela ambientale.
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