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Tappa

276

Masistro Park > Rifugio Piani di Lanzo

Lunghezza
19.4
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
651
m
-
553
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Una tappa di media lunghezza e scarso dislivello, quasi interamente nel bosco. Molto bello l'attraversamento del grande Piano Novacco e, opzionalmente, la salita al Cozzo del Pellegrino (1.987 m, il monte più alto completamente in suolo calabro).

Note particolari

Punti acqua assenti dopo Piano Novacco: portarne buona scorta.

Bellezza
periodo
Maggio - Ottobre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Lasciamo il Masistro Park su strada asfaltata e affrontiamo una leggera salita, dopo la quale scendiamo verso Piano dell'Erba; prendiamo la sterrata che costeggia la strada asfaltata e, procedendo in piano, in breve giungiamo al grande Piano Novacco, con i suoi bei colori. Dopo averlo attraversato, proseguiamo in piano nel bosco, quindi affrontiamo una nuova, breve salita (100 m D+ ca.) alla quale segue una discesa di pari dislivello; al termine fiancheggiamo il Laghetto Tavolara e subito dopo troviamo un vecchio rifugio abbandonato. Iniziamo la salita del giorno (350 m D+ ca.), interamente nel bosco e mai troppo ripida, fino a sbucare su una sterrata in traverso che seguiamo per alcuni km.

Giunti al bivio per il Cozzo del Pellegrino (da cui i più volenterosi possono deviare per scalare la cima più alta interamente in territorio calabrese: la salita, di 350 m D+ ca., non presenta particolari difficoltà, mentre la discesa in cresta presenta un tratto iniziale abbastanza esposto), prendiamo a sinistra e attacchiamo la discesa (250 m D- ca.), alternando tratti di sterrata a tratti di sentiero; poco prima di giungere a destinazione, in uno dei pochi scorci che il bosco ci concede, osserviamo in alto delle belle pareti strapiombanti. Quindi, dai Piani di Lanzo, arriviamo alla strada che ci porta in breve al rifugio omonimo.

COSA SAPERE

Tanto Piano Novacco quanto Piano di Campolongo, posti all'interno del comune di Saracena, costituiscono due grandi altipiani boschivi dei Monti di Orsomarso. Questi monti appartengono al massiccio del Pollino. Caratterizzati da altitudini inferiori, vantano paesaggi nondimeno spettacolari: cime rocciose dominano valli profonde e ricche di faggete.

Agli inizi del Novecento, l'azienda tedesca Rüeping S.p.A. ha sfruttato l'area degli altipiani per la produzione di legname.


Il Cozzo del Pellegrino (1.987 m) è la vetta più alta dei Monti di Orsomarso, sempre all'interno del Parco nazionale del Pollino.

Di natura dolomitica, è caratterizzato da un enorme canalone che dalla vetta scende fino a Carpinosa, a 654 metri, per quasi 1.300 m di dislivello. Le montagne della Dorsale del Pellegrino sono tra le più nevose di tutta la regione, essendo a ridosso della costa tirrenica.

Altra peculiarità di questa catena sono le vene metallifere del Monte Mula: utilizzate fin dalla preistoria, oggi sono abbandonate.


Le origini del borgo di Saracena si fanno risalire all'antica città di Sestio, fondata dagli Enotri, un'antica popolazione che viveva tra le attuali regioni della Calabria e della Basilicata (giunta dalla Grecia prima della colonizzazione della Magna Grecia) che prese il nome da Enotro, figlio di Licaone (figura mitologica, sovrano di Arcadia).

Gli Enotri furono man mano sostituiti dalle popolazioni di origine sabina e dalla nuova colonizzazione ellenica.

Protettore di Saracena è San Leone. Nel mese di febbraio nelle vie del paese, tra canti e balli, si svolge la fiaccolata in onore del santo. Al termine della processione i paesani si dirigono verso il falò (chiamato fucarazzo) del proprio rione, dove la festa continua accompagnata da cibo e bevande.


La località Piano di Lanzo si trova all'interno del comune di San Donato di Ninea, che si arrampica su di un colle come tanti borghi calabresi del Pollino.

Il nome potrebbe fare riferimento a Ninea, una città fondata dagli Enotri. Nel 1863 si decise di indicare il comune con questa specifica per distinguerlo dagli altri paesi omonimi.


COSA VEDERE

Nel comune di San Donato di Ninea sono presenti le grotte di Sant'Angelo, al cui interno è presente il Santuario rupestre di San Michele Arcangelo.

Decorato con colonne e affreschi, il santuario risale alla tradizione basiliana del V secolo. Di particolare interesse è il dipinto raffigurante l'Arcangelo Michele che sconfigge Lucifero. In seguito le grotte divennero luogo di venerazione sia sotto i Longobardi che i Bizantini, che portarono con loro il culto della Madonna dell'Angelo.


COSA MaNGIARE

Un tempo il duro lavoro nei campi aveva bisogno di piatti sostanziosi ed era comune trasportare le proprie vivande all'interno di una pagnotta di pane scavata - un ottimo modo di servire che viene usato ancora oggi. All'interno della pagnotta si può trovare di tutto e di più: la ricetta tipica è quella dei peperoni con le uova.

DOVE DORMIRE

Rifugio Piano di Lanzo, in località omonima. Tel. 371 354 4300


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è Campotenese, partendo dalla città di Castrovillari.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Il bosco è uno dei più assidui compagni di viaggio, ma non ce ne stanchiamo mai”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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