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Tappa

195

Ofena > Popoli

Lunghezza
21.3
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
201
m
-
443
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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54945962
Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Una tappa di buona lunghezza ma praticamente priva di salite.

Nonostante l'assenza di scorci degni di nota, regala l'incontro col fiume Tirino, uno dei più limpidi d'Italia, e la scoperta del centro storico di Popoli.

Note particolari

La segnaletica è intermittente; bene tenere d'occhio la traccia GPS.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Lasciamo Ofena su una piccola strada asfaltata; dopo un primo tratto in saliscendi (da notare le edicole figurative sul bordo sinistro della strada), prendiamo il largo sentiero sulla destra e scendiamo lentamente (150 m D- circa) verso il pianoro della Valle del Tirino. Superato un gruppo di case diroccate giungiamo su una strada asfaltata, che prendiamo verso destra; poco dopo svoltiamo a sinistra su carrareccia e proseguiamo in piano.

Superato il Lago di Capodacqua (da cui ha origine il fiume Tirino) continuiamo a lungo su larga carrozzabile, senza alcuna difficoltà. Dopo alcuni chilometri svoltiamo a destra in breve discesa, per portarci nei pressi del Tirino e seguirne il corso lungo una piccola strada asfaltata. Presso un'ansa del fiume troviamo un'area pic-nic, ideale per una sosta e un bagno refrigerante. Continuiamo a lungo su strada fino ad attraversare il centro di Bussi sul Tirino; una volta guadagnato il lato opposto del fiume, passiamo sotto la superstrada e subito dopo prendiamo la carrareccia sulla destra che risale (100 m D+ circa) il versante di una collina.

Dopo aver svalicato, procediamo in facile discesa (200 m D- circa); attraversiamo una strada asfaltata e prendiamo il sentierino che ne taglia un ampio tornante, fino a ritornare su asfalto e, superando l'ospedale, entrare nella cittadina abruzzese di Popoli.


COSA SAPERE

Illustre cittadino di Popoli è stato Corradino D'Ascanio (1891-1981), inventore dell'elicottero e... della Vespa!

Poco più che bambino, si fece costruire un paio di grosse ali dal fabbro del paese e cercò di realizzare una sorta di aliante usando lenzuola, giornali e legno per i suoi primi tentativi di volo. La profonda passione lo spinse a cercare nella natura la chiave per vincere la sfida con la gravità - come insegna oggi la biomimesi, disciplina che studia i processi, i modelli e gli elementi della natura al fine di ricavarne ispirazione per migliorare le attività e le tecnologie umane.

Il volo dell'elicottero di D'Ascanio è ispirato alle samare dell'acero che cadono volteggiando e al volo delle libellule, numerose in quest'area ricca di acque: si può dire che l'elicottero sia un frutto dello stupendo paesaggio naturale di Popoli.

La Vespa, oggi simbolo dell'Italia nel mondo, nacque proprio dall'adattamento del motore per l'elicottero. D'Ascanio fu costretto a produrre qualcosa di vendibile per la Piaggio, ma non amò mai questa sua invenzione e il suo sogno continuò ad essere quello di volare sempre più in alto. Spesso diceva: "A me, la Vespa mi ha punto. Non la sopporto!"


Popoli è anche conosciuta come città delle acque: nel territorio comunale scorrono i fiumi Pescara, Aterno, Giardino e San Callisto. Dalle sorgenti del Pescara escono ben 7.000 litri di acqua al secondo e tale enorme portata  fa sì che l'Aterno, pur con un percorso molto più lungo alle spalle, sia considerato un suo affluente.

A Popoli si sfrutta appieno questa risorsa, dall'imbottigliamento dell'acqua fino alle centrali idroelettriche.


La città di Popoli si trova nella Conca Peligna. Il nome di questa valle è dovuto all'antica popolazione italica che abitava l'area: i Peligni.

Popolo di lingua osco-umbra, fece parte della Lega Italica che si oppose alla Repubblica Romana durante la Guerra Sociale (I secolo a.C.), lottando per ottenere la cittadinanza romana. A Corfino, capitale dei Peligni, per siglare l'accordo furono stampate monete con una testa femminile e la scritta Italia: tra i più antichi ritrovamenti che riportano il nome attuale della penisola.

Alcuni studiosi ritengono che il nome Italia derivi dal termine italós, “toro” in etrusco: l’animale, sacro dei Sanniti, è raffigurato nell'altra faccia della suddetta moneta mentre uccide la lupa.


La città di Bussi sul Tirino è un'importante area dell'industria chimica fin dall’inizio del Novecento, tristemente nota per l'estrazione del minerale (l’iprite) usati produrre i gas tossici usati durante l’epopea coloniale italiana in Africa (in particolare durante la campagna d’Abissinia), nel ventennio fascista.

COSA VEDERE

Le sorgenti del Pescara sono un vero spettacolo: dalle polle sotterranee sgorga acqua cristallina che permette di ammirare la colorata vegetazione acquatica - sedanina d'acqua, giunchi acquatici, lenticchia d'acqua e tanto altro ancora. Le polle si distinguono sul fondo, fatto di sabbia bianchissima, perché sono prive di vegetazione intorno e sovente se ne vedono uscire delle grosse bolle di ossigeno; l'acqua è così pura che si può bere.

Il suggestivo paesaggio è una delle prime riserve ambientali d'Abruzzo; nata nel 1986, protegge un biotipo ricco di animali lacustri, tra cui moltissimi uccelli che abitano il fitto canneto.


Il Tirino nasce dal sistema acquifero di Campo Imperatore e, dopo un percorso sotterraneo di circa 25 km, sgorga in superficie in tre punti nell'area tra Capestrano e Bussi. E’ rinomato per le sue acque cristalline.

Nella zona di Capodacqua, dove forma un lago, si possono ammirare le rovine di numerosi edifici sul fondale che gli hanno valso l'appellativo di Atlantide d'Abruzzo.  


Negli anni Ottanta all'interno del Parco della Majella è nato il Centro visite del Lupo, per proteggere l'animale e soprattutto sensibilizzare la popolazione locale alla possibilità della  convivenza. Nel centro sono ospiti animali feriti o che non possono essere reinseriti in cattività: cervi, daini, cinghiali e lupi.


Nello spopolato centro storico di Popoli, tra la Chiesa della Santissima Trinità (XVI secolo) e il Palazzo Ducale Cantelmo (XV secolo), c'è l'unica libreria del paese: il Libraio di Notte. Paolo Fiorucci ha deciso di aprire la sua libreria, divenuta un centro di ritrovo in cui respirare cultura, per continuare a far leggere i cittadini popolesi.


Nei pressi di Bussi c'è la Chiesa di Santa Maria di Cartignano. Ex monastero benedettino, a inizio Novecento divenne monumento nazionale e nel 1968 fu eseguita un'operazione di restauro, mantenendo il rudere senza la copertura centrale. Il fascino delle rovine mette in risalto il bellissimo rosone presente sulla facciata.

COSA MaNGIARE

La specialità di Popoli è il gambero di fiume, una volta presente in abbondanza nelle acque della zona. Negli anni Settanta in pochissimo tempo i gamberi si sono quasi del tutto estinti a causa di un agente patogeno (probabilmente introdotto nei corsi d’acqua a seguito di un programma di ripopolamento ittico) e della bassa variabilità genetica del crostaceo autoctono.

Una volta i gamberi venivano pescati con le esche più fantasiose, dal lardo al tonno, e costituivano una ricca fonte di reddito. Numerose sono ancora le ricette cucinate nei ristoranti della zona (si usano gamberi iraniani), su tutte la pasta con il sugo di gamberi.

DOVE DORMIRE

Affittacamere Il Grottino, a Popoli. Tel. 347 308 0183


B&B Del Corso, a Popoli. Tel. 333 967 6366


A Popoli sono presenti numerose strutture ricettive.


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus partendo dalla città dell’Aquila con cambio a Capestrano.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Paolo e Savino ci accolgono al Libraio di Notte, un luogo che sembra uscire dai libri di Carofiglio”

Lasciati ispirare

Va' Sentiero è anche un libro edito da Rizzoli!

Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.  

Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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