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Tappa

137

Ormea > Garessio

Lunghezza
17.8
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
624
m
-
777
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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50387371
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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa apparentemente lunga nella distanza ma molto scorrevole, con un solo dislivello iniziale, quindi prevalentemente in piano fino al bel borgo di Garessio.

Concludiamo sul tracciato della Grande Balconata di Ormea, che sorvola la Valle Tanaro, la lunga e meravigliosa avventura piemontese.

Note particolari


Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
culturale
RAGGIUNGIBILITà
culturale
PERCORSO

Prendiamo la decisa ma breve salita (300 m D+ circa) verso Villaro. Dopo un tratto su strada, costeggiando dal basso il vecchio castello di Ormea, prendiamo il sentiero che sale nel bosco. Passiamo località Case Airola e su comodo sentiero a mezza costa arriviamo al borgo di Villaro (1.070 m). Proseguiamo nel bel bosco di castagni e, giunti alla frazione di Albra, andiamo perdendo gradualmente quota (450 m D- circa), toccando dei piccoli centri (dis)abitati: Cario, Vacieu, Eca (dove ammiriamo la suggestiva chiesa di San Giacomo).

Giungiamo infine nel fondovalle e attraversiamo il fiume Tanaro giungendo all’abitato di Breo, dominato dall’antica Torre dei Saraceni. Da lì, prendiamo la pista ciclabile in piano che costeggia tutto il fiume, diventando presto asfaltata. Il tratto è lungo, ma scorre veloce.

Dopo diversi chilometri, avvistiamo l’abitato di Trappa sulla sponda opposta del fiume; quindi il vallone si stringe per un tratto, per poi aprirsi nella piana di Garessio. Giungiamo così in paese, col suo prezioso centro storico (che ne fa uno dei borghi più belli d’Italia), ultima tappa piemontese del nostro cammino.


COSA SAPERE

A Barchi, frazione di Ormea, ci sono i resti di una torre saracena.

Una leggenda racconta di come un abitante del borgo si sbarazzò dei pirati Saraceni che avevano invaso la zona. La torre aveva un’unica apertura, di difficile accesso perché dava sul precipizio sopra il fiume. Così, quando i Saraceni uscivano per le loro scorribande, nella torre restava una sentinella (pare fosse il cuoco) che, al ritorno dei compagni, li aiutava a rientrare uno per volta, tendendo loro la mano. Il segnale di riconoscimento era un fischio particolare.

Un giovane del paese, in seguito a diversi appostamenti, capì il metodo e imparò il fischio. Un giorno aspettò che la sentinella fosse sola, la ingannò con il segnale convenuto e, entrato nella torre, la eliminò. poi attese il ritorno di tutti gli altri e li buttò uno per uno, nel fiume che scorreva sotto, mentre fingeva di tendere loro la mano per farli rientrare. La leggenda continua dicendo che i valligiani, infuriati contro i Saraceni, demolirono gran parte della torre, lasciando solo il moncone tuttora visibile.

In realtà i Saraceni abbandonarono la Valle Tanaro alla fine del 900 d.C., dopo essere stati sconfitti  dal Marchese di Provenza che li aveva affrontati per liberare un loro prigioniero.

COSA VEDERE

La Balconata di Ormea è un percorso di 40 km sul versante sinistro orografico della Val Tanaro. Il tracciato parte da Eca e, attraversando antiche strade e sentieri, giunge fino a Viozene, passando per 24 borgate, molte delle quali oramai abbandonate.

La Balconata permette agli escursionisti di attraversare paesaggi che mutano colori e profumi nell'alternarsi delle stagioni (il cammino è infatti fruibile tutto l’anno, grazie alla vicinanza al mare e all’esposizione a sud).

Il percorso evidenzia il rapporto virtuoso tra la montagna e l’uomo, che per secoli l’ha abitata, in un intreccio continuo e necessario, sapiente e rigoroso.

Caratteristici del percorso sono perciò i lunghissimi muretti di pietra a secco, utilizzati per costruire terrazzamenti dove coltivare la vite, il grano, la segale, le patate, le fave, le lenticchie, il grano saraceno, così come gli alberi di castagne e gli essiccatoi utilizzati per la produzione delle “castagne bianche”, fondamentali per l'alimentazione durante tutto l'anno.

COSA MaNGIARE

La castagna è stata per secoli uno degli alimenti principali sulle tavole dei contadini.

In particolare, si distingue la castagna garessina, una specie bianca di colore paglierino chiaro, rinomata per la sua dolcezza e le particolari caratteristiche organolettiche: da molti è ritenuta la migliore castagna secca in assoluto.

DOVE DORMIRE

Locanda Porta Rosa, a Garessio. Tel. 0174 087971 - 388 158 8757

A Garessio sono presenti diverse strutture ricettive.


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla cittadina di Mondovì.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.

La cittadina di Mondovì è raggiungibile con il treno partendo dalla città di Cuneo.

Qui il LINK per controllare gli orari.

“Attraversiamo tanti borghi abbandonati, scampoli d’un mondo che non esiste più”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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