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Tappa

216

Panni > Sant'Agata di Puglia

Lunghezza
17.6
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
674
m
-
694
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Proseguiamo il nostro cammino tra i Monti Dauni con una tappa veloce e priva di criticità (salvo alcune brevi e ripide salite).

Il cammino è scandito dai bellissimi borghi di Accadia e Sant'Agata di Puglia.

Note particolari

Segnaletica assente: bene tenere d'occhio la traccia GPS.

Lungo la via si possono incontrare molti cani randagi, generalmente mansueti (prestare comunque attenzione).

Le poche salite sono brevi ma intense: da non sottovalutare.

Bellezza
periodo
Tutto l'anno
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Lasciamo Panni e prendiamo a salire (350 m D+ circa) verso il Monte Crispiniano. Dopo una prima parte su strada asfaltata, molto ripida, passiamo su sentiero. Al termine della salita, la traccia scompare e procediamo a intuito giungendo poco dopo alla cima (1.104 m).

Ritorniamo su strada asfaltata e camminiamo tra le pale eoliche, dapprima in saliscendi; quindi attacchiamo la lunga discesa (350 m D- circa) verso Accadia, alternando lunghi pezzi su asfalto a tratti su carrarecce. Giunti nel borgo ne attraversiamo il centro storico (ora abbandonato, ma molto suggestivo e panoramico, adagiato su un promontorio), quindi prendiamo un sentiero in discesa (150 m D- circa) fino al fondovalle; presa una strada asfaltata verso destra, la lasciamo subito dopo per imboccare una strada bianca che risale (200 m D+ circa) verso Sant'Agata di Puglia. Tornati su strada asfaltata, arriviamo senza difficoltà al bellissimo paese.

COSA SAPERE

Oltre ai Dauni, un altro popolo che si ritiene arrivato nella Daunia dai Balcani fu quello dei Dardani, provenienti dall'antica regione della Dardania, nell'Illiria.

L'ipotesi è sorta dopo il ritrovamento di un'area di culto dedicata alla dea Eca (Acca Dea), all’interno del territorio di Accadia. Nella sede comunale è esposta un’antica pietra sacra, raffigurante la divinità.


Sant'Agata è chiamata lo spione di Puglia perché, grazie alla vista a 360°, riesce a controllare tutta la zona. Fu per questo motivo che Federico II, tra i moltissimi borghi fortificati che fece distruggere, decise di risparmiare proprio Sant'Agata e ne fece un punto fondamentale per il controllo della regione ed era presso il suo castello che i comuni limitrofi dovevano versare le tasse (pare fosse proprio l'imperatore in persona a scegliere i castellani).


Il territorio intorno al borgo di Sant'Agata è puntellato da enormi pale eoliche.

Presenti in tutti i monti Dauni per la costante presenza dei venti, quello Sant'Agata è uno dei parchi eolici più grandi d'Italia. La produzione di energia pulita ha permesso alla regione di essere all'avanguardia nell'uso delle energie rinnovabili. La presenza di pale eoliche rimane al centro di un vivo dibattito: alcuni sostengono rovinino il paesaggio, altri subiscono il fascino di questi moderni mulini a vento.

COSA VEDERE

I Monti Dauni sono contraddistinti dalla sinuosità e dalla dolcezza dei rilievi. In questo tratto della valle del Cervaro si trova una zona più impervia, fatta di grotte e canyon, ove sono state ritrovate tracce di insediamenti preistorici.

In particolare, le pareti a picco sul torrente Frugno formano le Gole di Accadia, un susseguirsi di piccole cascate e insenature.


Lungo le trasonne, tipiche vie strette di Sant'Agata, è possibile imbattersi in Radici, l’opera di street art del fotografo Alessandro Tricarico. Sui muri sono appesi i ritratti fotografici dei vecchi del paese: l’originale opera mostra le radici del borgo e crea un senso di orgoglio e identità negli abitanti, permettendo alla cultura di "farsi strada".


Il castello di Sant’Agata era così importante che, durante il periodo normanno, la città veniva chiamata Castellania.

Di origine longobarda, posta a controllo della valle Calaggio, fu risparmiata dalla distruzione da Federico II e passò sotto il controllo angioino prima e aragonese poi. Durante il periodo aragonese, gli Orsini modificarono la struttura della fortezza, trasformandola in un palazzo residenziale. A partire dal XVII secolo il castello è stato usato solo saltuariamente; negli ultimi anni ha subito un importante lavoro di recupero e ristrutturazione.


Il borgo di Sant’Agata si sviluppa a spirale a partire dal castello in un dedalo di strade e vicoletti, contraddistinti da archi, torrette e campanili. A stupire più di tutto sono gli stemmi che sovrastano quasi tutti i portoni del borgo. Gli stemmi gentilizi, caratterizzati ciascuno da un simbolo diverso, sono un vero e proprio patrimonio culturale che costituisce il Parco Urbano delle Opere in Pietra; un tempo ogni famiglia commissionava agli artigiani locali il proprio stemma su cui raffigurare i volti degli antenati, immagini sacre cristiane o pagane, il simbolo del proprio mestiere...

COSA MaNGIARE

Il 5 febbraio, durante la celebrazione della patrona Sant'Agata, vengono distribuite per le case pani azzimi a forma di seni chiamati Agatine: tradizione vuole infatti che Sant'Agata abbia subito come martirio l'amputazione delle mammelle.


I torcinelli (migliatiérre) sono involtini fatti di budella e ripieni di interiora, formaggio, rosmarino, prezzemolo, menta, , aglio e pepe - oppure salsiccia.

Vengono cotti alla brace, oppure al forno con patate e lampascioni o, ancora, nel ragù.


DOVE DORMIRE

B&B L'antico Monastero, a Sant'Agata di Puglia. Tel. 375 510 2321


Agriturismo Sant'Arcangelo, a 2 km da Sant'Agata di Puglia (i proprietari offrono un servizio navetta gratuito). Tel. 0881 984499


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus partendo dalla città di Foggia.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Il centro di Sant'Agata di Puglia è un labirinto intricato che avvolge la collina”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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