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Tappa

22

Rifugio Calvi > Malga Dignas

Lunghezza
23,4
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
829
m
-
1302
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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52697681
Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Spazio Caffelarte.


Tappa di lunghezza non indifferente, ma praticamente priva di dislivelli importanti, quasi tutta in piano su largo tracciato e molto scorrevole. I paesaggi sono meravigliosi: dopo aver passato le mitiche sorgenti del Piave, camminiamo al cospetto del Monte Peralba (2.694 m) e delle creste del Monte Rinaldo, prima di affacciarci sulla magica Val Visdende.


Note particolari

Il tratto iniziale, dal Rifugio Calvi al tracciato in traverso della Traversata Carnica, è una variante al Sentiero Italia (che dal Calvi risale al Passo Sésis), preferita per visitare le mitiche sorgenti del fiume Piave.

Lungo la carrozzabile che scende dal Rifugio Calvi, si incontra un tratto franato in seguito all’uragano Vaia; si può tuttavia camminare sul bordo, senza difficoltà.


Bellezza
periodo
Maggio - Ottobre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
Paesaggistico
Culturale
RAGGIUNGIBILITà
Paesaggistico
Culturale
PERCORSO

Lasciamo il Rifugio Calvi per scendere (300 m D- circa) al fondovalle. Superati alcuni tornanti sulla carrozzabile, troviamo presso una curva il comodo sentierino diretto alle sorgenti del Piave, che prosegue in facile traverso a scendere. Dal Rifugio Sorgenti del Piave, dopo esserci abbeverati all’acqua del mitico fiume, prendiamo nuovamente la carrozzabile che scende (250 m D- circa) nel bosco, superando un breve tratto franato (senza difficoltà). Infine incrociamo una nuova carrozzabile sulla destra e prendiamo a salire (150 m D+ circa), ammirando la mole del Monte Peralba (2.694 m). Raggiungiamo così il lungo tracciato a mezzacosta della Strada delle Malghe: superiamo malga Chivion e procediamo spediti; al vallone successivo prendiamo a salire (150 m D+ circa), lasciando la carrozzabile appena prima di Casera Antola di Sopra e proseguendo sul sentiero che la supera dall’alto, sulla destra.

Continuiamo così a lungo, su ottimo tracciato, ammirando a sud le creste frastagliate del Monte Rinaldo e superando diverse casere: Chiastelin, Manzon, Cecido, Campobon… il paesaggio è dolcissimo e si cammina con piacere, tra placide vacche e gruppi di asinelli. Infine, con una rapida e comoda discesa, giungiamo alla Malga Dignas: consigliatissimo l'affitto di una e-bike col servizio Dolomite Trail per scendere a esplorare la magica Val Visdende, luogo più unico che raro.


COSA SAPERE

Le sorgenti del Piave si trovano sopra Sappada, esattamente alle pendici del Monte Peralba. Si tratta di un luogo mitico: il Piave, “fiume sacro alla Patria”, fu il simbolo della vittoria italiana nella I Guerra Mondiale.

Dopo la disfatta di Caporetto, l’esercito seppe resistere all’urto di attacco delle truppe austro-ungariche respingendole proprio sulle rive del Piave, per poi ritrovare slancio fino al decisivo scontro di Vittorio Veneto. La battaglia fu caricata di retorica patriottica; il poeta Gabriele D’Annunzio volle così cambiare il genere del nome del fiume (dapprima femminile), per sottolinearne la “potenza maschia”.

A celebrazione della battaglia fu composta la famosa “Canzone del Piave”, di Giovanni Gaeta. Curiosamente, tanti anni dopo, il brano divenne l’inno d’Italia per un breve periodo, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943: nel 1948 venne tuttavia sostituito con l’Inno di Mameli poiché (pare) l’allora Presidente del Consiglio (Alcide De Gasperi, capo della Democrazia Cristiana) fu offeso dal rifiuto di Giovanni Gaeta di comporre l’inno per il suo partito.


Papa Giovanni Paolo II decretò la fama della Val Visdende venendo più volte in visita negli anni Ottanta. Non fu il solo personaggio celebre ad apprezzare le bellezze di questa valle selvaggia: anche il presidente Sandro Pertini e (ben prima) la regina Margherita rimasero colpiti dalla sua amena bellezza.

I boschi di abete rosso, anche di risonanza (come i più celebri della val di Fiemme), sono una preziosa merce di esportazione.

Il comune di Sappada, situato tra la Carnia e il Cadore, è recentemente passato dal Veneto al Friuli Venezia-Giulia, nella speranza di poter usufruire dello statuto speciale della regione per la gestione degli impianti sciistici.

Dagli anni Settanta in poi, seguendo il modello del Cadore, la cittadina ha puntato tutto sullo sviluppo del settore turistico. Negli ultimi 30 anni le attività del territorio si sono autofinanziate per mantenere in attivo gli impianti.

COSA VEDERE

La Chiesa della Madonna delle Nevi in Val Visdende, dalla futuristica struttura in legno, non ha eguali. Situata nella radura di Pra Marino, il 12 luglio del 1987 Papa Giovanni Paolo II vi celebrò la messa con centinaia di fedeli.

COSA MaNGIARE

La Val Visdende è ottima per la raccolta di funghi.

La malga Dignas produce e vende delle ottime caciotte fresche di latte crudo.

La cacciagione è un altro prodotto che non può mancare sulle tavole locali: all’Hotel Gasparina si può assaggiare un buonissimo stufato di capriolo con polenta.


DOVE DORMIRE

Malga Dignas, all’estremità occidentale della Strada delle Malghe. Tel. 333 9396950


Albergo Gasparina, in val Visdende (raggiungibile col servizio e-bike di Dolomite Trail). Tel. 045 640 0850

COME ARRIVARE

Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.

La località raggiungibile in macchina più vicina è il parcheggio del Rifugio Sorgenti del Piave.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è Sappada, partendo dalla cittadina di Tolmezzo.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“La Strada delle Malghe sorvola in dolce saliscendi tutta la Val Visdende, contrapposta a meridione dalle creste straziate del monte Rinaldo”

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Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.  

Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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