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Tappa

239

Santa Cesarea Terme > Tricase (Marina Serra)

Lunghezza
22.8
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
317
m
-
283
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Barbara de Cristofano in memoria di Francesco Santini.

Tappa di buona lunghezza e priva di grossi dislivelli lungo il Cammino del Salento.

Le chicche del giorno sono il bel borgo di Castro, col castello aragonese, e il piccolo centro portuale di Tricase Porto.

Note particolari

La tappa rappresenta un'estensione del Sentiero Italia (che termina a Grottaglie), ideata per estendere il cammino pugliese alla bellissima costa salentina.

Seguiamo la segnaletica arancione del Cammino del Salento.

Unico punto acqua a Castro.

Bellezza
periodo
Tutto l'anno
PERCORRIBILITà
INTERESSE
Paesaggistico
Culturale
RAGGIUNGIBILITà
Paesaggistico
Culturale
PERCORSO

Lasciamo Santa Cesarea Terme e, lungo la strada, costeggiamo la costa fino a sorvolare la caletta di Porto Miggiano. Poco dopo superiamo la provinciale e continuiamo in leggera salita fino a località Chiusura Sterna, da cui prendiamo il sentiero sulla sinistra, verso sud; dopo 1 km circa, entriamo nell'abitato di Castro - merita una visita il castello aragonese, col bellissimo museo).

Costeggiate le mura del castello, scendiamo verso il mare e, da Punta Correnti, seguiamo la costa dapprima su un sottile sentiero tra gli scogli. Giungiamo così nella fantastica caletta di Acquaviva, il posto ideale per godersi un bagno. Dopo una breve salita lungo il bosco di Acquaviva, torniamo su asfalto e vi camminiamo per alcune centinaia di metri, prima di ributtarci sverso sinistra su un sentiero che sale, breve ma molto ripido.

Da qui in poi il nostro percorso si fa più rurale e procediamo fra i tratti di asfalto e pezzi di sentiero fra i suggestivi pagliari in pietra, per diversi km (durante i quali superiamo una strada asfaltata). Il percorso procede dolcemente, tra gli ulivi millenari. Poi, con breve discesa, giungiamo a Tricase Porto e, continuando verso sud in saliscendi, giungiamo a Marina Serra.


COSA SAPERE

La vicina località di Castro fu il luogo in cui Virgilio fece sbarcare Enea.

Per molto tempo si è ritenuto che il maestoso tempio dedicato a Minerva, descritto nell'Eneide, si trovasse nella località di Porto Badisco; ma il recente ritrovamento di una statua femminile conferma che il tempio si trovasse invece proprio a Castro. Ancora una volta il Salento si rivela un vero e proprio melting pot di genti, di culture e di storie del Mar Mediterraneo.


Il Salento è particolarmente noto per la tradizione musicale della pizzica, che molti autori hanno legato al rito di guarigione dei tarantati.

In passato si pensava infatti che chi veniva punto da un ragno o altri animali velenosi, o quanti venivano colti da forme di isteria o pazzia, potessero essere curati attraverso la musica e la danza. Il ballo, che aveva la funzione di esorcizzare il male fisico e spirituale, poteva andare avanti ininterrottamente per giorni. Il primo a studiare approfonditamente il fenomeno fu Ernesto De Martino, negli anni Cinquanta: nello studio La terra del Rimorso egli approfondì l'uso di guarire le malattie psicofisiche attraverso l'induzione dello stato di trance dato dalla danza estenuante. Strumento principale della pizzica, musica da ballo che fa parte delle tradizionali tarantelle, è il tamburello.


Nella costa tra Otranto e Santa Maria di Leuca si trova il Parco Naturale Regionale Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, un'area protetta istituita nel 2006. Il parco a picco sul mare mira alla conservazione degli ambienti naturali caratterizzati dalla macchia mediterranea e grotte abitate fin dall'epoca preistorica.

COSA VEDERE

Numerose sono le strutture difensive presenti nel territorio di Tricase; la più importante è il Palazzo Gallone costruito nel 1661 sui resti di un castello trecentesco sventrato dall'attacco turco.

Altri due castelli sono presenti nel comune di Tricase: quello di Tutino, che conserva ancora il fossato originario, e quello di Caprarica costruito a seguito della battaglia di Otranto del 1480.


Fuori dal centro di Tricase, nel rione di Sant'Eufemia, c’è la Cripta della Madonna del Gonfalone, una chiesa rupestre fondata, probabilmente, dai monaci basiliani fuggiti dalla guerra iconoclasta dell'imperatore bizantino Leone III Isaurico.

Ricavata da un banco roccioso di tufo tra il IX e XI secolo, era un luogo sacro quanto... sicuro. La cripta, sostenuta da 19 colonne ottagonali, presenta alle sue pareti numerosi affreschi e un altare barocco.


COSA MaNGIARE

Per un pasto veloce e gustoso vi consigliamo di assaggiare la puccia farcita, una sorta di panino fatto con l'impasto della pizza, dalla forma rotonda di circa 20-30 cm di diametro.

Tradizione vuole che la puccia sia stata inventata da Giovanni Caccetta, che mise della palline schiacciate di pasta di pane nel forno; ne uscì un panino morbido e vuoto all'interno, pronto per essere farcito.

Tradizionalmente le pucce vengono consumate il giorno dell'Immacolata; non ci sono particolari farciture tradizionali, ogni zona ha le sue specialità. Nelle pizzerie pugliesi è facile trovare una versione più piccola, chiamata uliata farcita con le olive in salamoia - occhio ai noccioli!.


DOVE DORMIRE

Maria Grazia Bello, a Tricase. Tel. 339 644 8330


B&B Campacavallo, a Tricase. Tel. 344 132 3115 - 0833 545415


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus partendo dalla città di Lecce con cambio a Maglie.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Il Cammino del Salento è un susseguirsi di calette invitanti, l'acqua verde smeraldo”

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Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.  

Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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