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Tappa

220

Agriturismo il Riccio > Rapolla

Lunghezza
17.3
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
725
m
-
916
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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54956150
Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa di media lunghezza e dislivelli importanti che regala alcuni scorci appaganti.

Dopo i meravigliosi Laghi di Monticchio esploriamo il cuore del Monte Vulture (1.326 m), esplorando bellissimi boschi di faggi, querce e castagni.

Note particolari
Bellezza
periodo
Tutto l'anno
PERCORRIBILITà
INTERESSE
Paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
Paesaggistico
PERCORSO

Lasciamo l'Agriturismo Il Riccio e, giunti sulla strada asfaltata, la prendiamo verso sinistra e saliamo appena, su asfalto, verso i Laghi di Monticchio. Superato il Lago Grande, passiamo su sentiero e costeggiamo la riva sud del Lago Piccolo; quindi continuiamo sul percorso ad anello arrivando alla scalinata che conduce all'abbazia di San MIchele Arcangelo. Teniamo la destra e, anziché puntare l'abbazia (a meno di non volerla visitare), proseguiamo verso sud all'interno di una faggeta, su largo sentiero che va lentamente salendo (150 m D+ circa) fino a giungere a una strada asfaltata.

Prendiamo a sinistra e, dopo 100 m circa, ancora a sinistra passando su carrozzabile; iniziamo la lunga salita (450 m D+ circa) verso il Vulture. Attraversiamo dapprima una pineta, quindi passiamo tra le querce; dopo una breve rampa, facendo attenzione a prendere la giusta direzione ai bivi che si incontrano, proseguiamo a mezzacosta sul versante occidentale del Monte San Michele (1.262 m). Giungiamo ad un punto panoramico contraddistinto dalla presenza di alcuni vecchi tavolini, affacciato sui sottostanti Laghi di Monticchio. Proseguiamo sulla carrozzabile, dentro una faggeta, fino a immetterci su strada asfaltata e con quella aggirare la cima del Vulture (1.326 m - in quanto zona militare, non è esplorabile).

Presso un grosso bivio, con diversi cartelli e tavolini, prendiamo il sentiero dietro i cartelli, ben visibile, e attacchiamo la lunga discesa (700 m D- circa) passando presto su carrozzabile, tra castagneti (nel mese di ottobre si è tenuti a rimanere su sentiero, i castagneti sono privati). Una volta sulla statale, la attraversiamo e, tornati su asfalto, scendiamo ancora un poco fino a Rapolla.


COSA SAPERE

Il Monte Vulture, situato al centro della penisola, domina il panorama settentrionale della Basilicata. È un vulcano spento dalla posizione anomala, in quanto si trova sul versante orientale degli Appennini - tutti gli altri vulcani sono situati nel versante tirrenico. La sua forma è stata modificata dai processi tettonici: numerosi sono stati i terremoti che durante i secoli hanno creato ampie vallate e gole profonde.

L’area del Vulture è ricca di sorgenti naturali (anche di acque effervescenti) e numerosi sono gli stabilimenti per l’imbottigliamento dell’acqua.

Il terreno vulcanico è particolarmente fertile e il monte è ricoperto da un fitta vegetazione (numerosi i castagneti); per questo viene anche chiamato il vulcano verde.

Purtroppo al sommità del monte (1.326 m) non è raggiungibile in quanto è area militare, invalicabile.

Nel 2017 è stato istituito il Parco naturale del Vulture per proteggere questo splendido ecosistema - in particolare la rarissima bramea, farfalla notturna i cui bruchi crescono nel frassino meridionale, abbondante in quest'area.

Per maggiori info sul Parco, si veda il seguente LINK.

COSA VEDERE

I Laghi di Monticchio, ai piedi del Vulture, sono uno spettacolo naturale da godersi in tutte le stagioni dell'anno.

I due laghi, resti dell'antico cratere del vulcano Vulture, sono posizionati ad altezze diverse: quello più piccolo, in alto, è alimentato da sorgenti sotterranee che vanno a defluire in quello più grande, in basso. I laghi hanno anche una colorazione diversa - verdastro il piccolo, più oliva il grande; durante l'inverno il lago piccolo si colora di rosso per la presenza dell’acqua ferrosa che sale in superficie.

A preservare l'ambiente naturale è stata istituita nel 1984 la Riserva Regionale Lago Piccolo di Monticchio. Nella Riserva è presente, e tutelata, la brahmaea europaea, una bellissima falena dall'apertura alare di circa sette centimetri.


Tra i Laghi di Monticchio si possono ammirare i ruderi dell'Abbazia di Sant'Ippolito, un antico complesso monastico fondato nel IX secolo dai Basiliani, seguaci della regola di san Basilio, in fuga dall'Oriente per il furore iconoclastico dell'imperatore bizantino Leone III Isaurico.

All'antico monastero si sostituì una badia benedettina distrutta dal terremoto del 1456. La badia garantiva assistenza e ospitalità ai pellegrini che si recavano in visita alla Grotta dell'Arcangelo Michele.


Un enorme edificio bianco, costruito a ridosso della roccia, si staglia sullo specchio d'acqua del lago Piccolo di Monticchio: si tratta dell'Abbazia di San Michele Arcangelo, la cui costruzione risale all’ottavo secolo, intorno a una grotta usata inizialmente come luogo di culto dai monaci Basiliani. Modificata e restaurata più volte, l’Abbazia è passata dai Benedettini ai Cappuccini all’ordine militare costantiniano, man mano ingrandendosi grazie alla sovrapposizione e integrazione di elementi naturali ed interventi umani, raggiungendo un risultato molto suggestivo.

All'interno dell'Abbazia è presente il Museo di storia naturale del Vulture, che racconta la storia del Vulcano Vulture e dell'uomo preistorico che abitò l'area.

Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.


L'area del Vulture è rinomata per la produzione vitivinicola: un nome su tutti è l'Aglianico del Vulture.

A Rapolla, disposte l'una affianco all'altra lungo il crinale della valle, sono presenti numerose cantine ipogee che vanno a costituire il Parco Urbano delle Cantine in cui a ottobre si tengono numerosi eventi enogastronomici. Le grotte-cantine, scavate nella roccia vulcanica, sono presenti anche nel comune di Barile, nel massiccio collinare Sheshë. Le centinaia di grotte presenti furono il suggestivo scenario del Vangelo Secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini.


COSA MaNGIARE

L'Aglianico del Vulture (Denominazione di Origine Controllata) è uno dei migliori vini rossi italiani; considerato il barolo del Sud-Italia, la sua produzione è consentita solo alle pendici del monte omonimo.

Si ritiene che sia stato portato nel sud Italia dai Greci tra il VII e il VI secolo aC e i Romani  definirono il vitigno vitis Ellenica. Già nell’antichità godeva di grande fama, si racconta infatti che, dopo la battaglia di Canne, Annibale abbia mandato i suoi soldati a "curarsi" con il vino rosso del Vulture. Gli Angioini lo chiamarono vino rubeo Melfie ed infine gli aragonesi lo denominarono Aglianico.

Si tratta di un vino rosso dalla grande struttura e intensità, di colore nero intenso, ottimo per accompagnare la selvaggina o i piatti speziati.

 

I terreni vulcanici consentono la produzione di un gran vino, ottimo per l'invecchiamento; oggi non mancano le sperimentazioni, come quella del produzione del rosato.


Il territorio del Vulture gode anche di un altro prodotto d'eccellenza che porta il suo nome: l'olio del Vulture, dal profumo di pomodoro e gusto dolce con note amarognole e piccanti.


Un piatto tipico della cultura arbëreshë di Barile sono le tumacë me tulë: si tratta di tagliatelle fatte a mano condite con pomodoro, aglio, prezzemolo, alici e l’aggiunta di mollica fritta e  granella di noci.

DOVE DORMIRE

B&B Santa Lucia, a Rapolla. Tel. 320 550 3563


B&B L'Oasi del Vulture, a Rapolla. Tel. 328 845 1384


A Rapolla sono presenti diverse strutture ricettive.


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è San Giorgio di Melfi, partendo dalla città di Melfi.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Le case di Rapolla splendono colorate sotto il sole lucano”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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