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Tappa

213

Alberona > Rifugio Casonetto

Lunghezza
17.8
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
663
m
-
680
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Agnese Robustelli Della Cuna.

Una tappa di media lunghezza, molto facile e godibile. Saliamo in cima al Monte Cornacchia, che coi suoi 1.151 m rappresenta la vetta più alta dell’intera Puglia.

Note particolari

La tratta successiva al Monte Saraceno rappresenta una variante al Sentiero Italia (che prosegue verso Faeto), preferita per l'interesse paesaggistico del Monte Cornacchia, il più alto della Puglia.

Pur essendo il tracciato sempre chiaro, la segnaletica è spesso assente: occorre tenere d'occhio la traccia GPS.

Punti acqua assenti fin quasi a fine tappa: portarne buona scorta.

Bellezza
periodo
Tutto l'anno
PERCORRIBILITà
INTERESSE
Paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
Paesaggistico
PERCORSO

Lasciamo il borgo di Alberona su strada; quindi, superata la strada provinciale, prendiamo una strada bianca e prendiamo a salire dolcemente (200 m D+ circa) verso il Monte Pagliarone (1.029 m). Dopo aver superato il dosso sommitale, una breve discesa ci porta nuovamente su asfalto, per poche centinaia di metri; quindi torniamo su strada bianca e in dolce saliscendi percorriamo per alcuni chilometri la dorsale del Monte Stillo, fino alla cima (1.010 m).  

Dopo una piccola discesa proseguiamo nella stessa direzione fino a oltrepassare la cima del Monte Forno (991 m); pieghiamo verso est e dopo aver incrociato la strada provinciale riprendiamo la strada bianca che va salendo (200 m D+ circa) fino a raggiungere la cima del Monte Cornacchia (1.151 m), la più alta della Puglia: bella la vista sull'intero Tavoliere delle Puglie, il Gargano e il Mar Adriatico.

Dopo un tratto in saliscendi fino alla vicina cima di Toppo Pescara (1.065 m, affacciato sul sottostante Lago Pescara), attacchiamo la discesa (350 m D- circa) lungo la dorsale sud-orientale del Monte Sidone (aggirandone da sud-ovest la cima), per poi piegare verso nord e giungere velocemente al Rifugio Casonetto.


COSA SAPERE

La parte settentrionale della Puglia (ovvero la provincia di Foggia che va dal Gargano all'Appennino, al confine con il Molise e la Campania) viene chiamata Daunia per via dell'antica popolazione che vi abitò fino al III secolo a.C..

Parlare del popolo dei Dauni è complicato perché si sovrappongono storie e leggende di tanti popoli che giunsero dall'altra parte dell'Adriatico. Secondo l’antico storico Strabone, i Dauni discendevano dai nobili fuggiaschi della Grecia: il re Dauno, figlio di Licaone, arrivò nella penisola italica e qui fondò le sue città, scacciando gli Ausoni insieme ai fratelli Iapige e Peucezio. Un’altra tesi fa riferimento agli Iapigi, provenienti dall'Illiria (attuale Croazia), che intorno al I millennio a.C. si insediarono in tutta la penisola pugliese; unendosi alle popolazioni indigene diedero vita al popoli dei Dauni, nell'area del foggiano, e dei Peucezi, nelle Terra di Bari. Questi due popoli, insieme ai Messapi nel Salento, furono chiamati Apuli dai romani (che chiamavano la penisola Apulia, nome ancora usato dagli anglofoni per indicare l'attuale Puglia).


I Monti Dauni sono una catena montuosa che si estende lungo il confine tra Puglia e Campania - alcuni sostengono che il nome della catena sia improprio, poichè il popolo dei Dauni abitò prevalentemente il fondovalle, mentre le montagne erano abitate dai Sanniti e dagli Irpini.

Dall'andamento dolce e sinuoso, i monti Dauni sono in gran parte coltivati; le numerose pale eoliche ne caratterizzano il paesaggio. La cima maggiore è il Monte Cornacchia, che raggiunge i 1.151 m e viene per questo chiamato Il tetto della Puglia: dalla sua vetta è possibile ammirare tutto il Tavoliere e il Gargano (verso sud-est), l'Irpinia e la Maiella (in direzione nord-ovest).


COSA VEDERE

Alle pendici del Monte Cornacchia c'è il Lago Pescara, alimentato da sorgenti sotterranee e acque piovane. Il nome del lago (veniva chiamato anche Lago Peschiera) deriva dal fatto che i locali lo utilizzassero per la pesca; ancora oggi sono numerosi i pesci che ci vivono (carpe, barbi e alborelle in particolare).


Il comune di Castelluccio Valmaggiore è caratterizzato dall'enorme torre circolare: alta 16 m, larga 6,20 m e con mura spesse ben 2,5 m!

Costruita dai Bizantini, è quanto rimane dell'antico castello posto a controllo della valle.


Non distante dal Monte Cornacchia c'è la città di Troia, in cui si può ammirare la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta - caratterizzata dal rosone di pietra traforata: è una delle perle dell'arte romanica pugliese.

Le antiche iscrizioni poste sulla facciata, insieme al portale di bronzo, narrano la storia dei vescovi e dei santi del luogo, nel corso dei secoli. A fianco troviamo il palazzo vescovile, che contiene il cosiddetto Tesoro della cattedrale: nella collezione risaltano tre exsultet - antiche pergamene di origine medioevale che venivano srotolate il giorno di Pasqua.

COSA MaNGIARE

Tipiche della zona sono le ostie ripiene: si tratta di un dolce composto da mandorle caramellate (con zucchero, miele e cannella) inserite tra due ostie.

Leggenda vuole che il dolce sia nato nella chiesa della Santissima Trinità di Monte Sant'Angelo, cercando di raccogliere con le ostie le mandorle caramellate cadute su un ripiano.


Un altro dolce a base di mandorle della tradizione pugliese sono le mandorle atterrate: dalla forma irregolare, è composto da alcune mandorle ricoperte di cioccolato - altre versioni utilizzano invece il caramello e il miele.


Il vino più rappresentativo della zona è sicuramente il Nero di Troia - il terzo vitigno pugliese, in ordine di importanza, dopo il Primitivo e il Negramaro. Per molto tempo considerato un vino poco raffinato, usato per dare colore a vini più leggeri, negli ultimi anni è  stato valorizzato, con ottimi risultati. Il termine nero indica il suo colore rubino intenso; dall'importante carica speziata, viene spesso miscelato al più morbido Montepulciano.

Il Nero di Troia è conosciuto fin da epoche remote, apprezzato da Federico II di Svevia e dai marchesi D'Avalos; secondo una leggenda fu l'eroe greco Diomede a portarne la vite dal Medio Oriente fin sulle rive del fiume Ofanto.


DOVE DORMIRE

Rifugio Casonetto, alle pendici orientali del Monte Sidone. Il rifugio è autogestito e occorre chiedere le chiavi alla sezione CAI di Foggia. Tel. 347 565 4232


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus partendo dalla città di Foggia con cambio a Lucera.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Il Rifugio Casonetto è una vera chicca e trascorriamo la serata sbizzarrendoci coi giochi da tavola”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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