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Tappa

296

Mongiana > Piano di Limina

Lunghezza
33.9
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
753
m
-
841
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa lunga e faticosa, divisa tra una prima parte su sentieri (talora non battuti), tra i boschi, e un’ultima parte su asfalto. Il percorso, che coincide in larga parte col Sentiero dei Briganti, regala alcuni begli scorsi.

Note particolari

I primi 5 km di tappa non sono percorribili in MTB, occorre rimanere sulla strada.

La tappa presenta pochi punti d'acqua in mezzo al bosco.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Partiamo da Mongiana e affrontiamo i primi chilometri in saliscendi, su sentieri poco puliti e battuti - e tuttavia ben segnalati; superiamo alcuni rustici ponticelli in legno e alcuni piccoli guadi. Dopo aver attraversato il piccolo paese di Fabrizia ci immettiamo in una larga strada sterrata che ci accompagnerà fino a fine tappa, immersi nel bosco.

Proseguiamo a lungo in continuo saliscendi, affrontando due salite, spalmate sui 30 km nel bosco: la prima dopo Fabrizia (200 m D+ ca.9), la seconda intorno al laghetto Marzanello (100 m D+ ca.). Concludiamo gli ultimi 3 km circa su strada asfaltata che ci conduce fino al villaggio di Limina, abbandonato da anni.


COSA SAPERE

Il Passo di Limina è uno dei passi storici dell'Appennino calabro: mette in collegamento i comuni di Cinquefrondi e di Mammola.

Punto d'incontro e confine tra le Serre e l'Aspromonte, alcuni identificano il suo nome con il termine latino limen (confine). Da sempre crocevia di traffici e commerci tra la costa ionica e quella tirrenica, oggi è attraversato dal Sentiero dei Greci: il cammino ripercorre la strada usata dai Locresi per raggiungere Medma e Hipponion, le antiche colonie della Magna Grecia divenute rispettivamente Rosarno e Vibo Valentia.


Illustre personaggio del comune di Mammola è Nik Spatari un pittore, scultore e artista a tutto tondo che, dopo aver cavalcato le più importanti scene artistiche europee della metà del Novecento, decise, insieme alla compagna Hiske Maas, di tornare nella sua Calabria e fondare il MuSaBa - il Parco Museo di Santa Barbara.

Nik perse l'udito in tenera età a causa di un esplosivo (nonostante l'handicap riuscirà comunque a parlare) e sin da fanciullo cominciò a esprimersi attraverso la pittura, tinteggiando le case del paese. La Biennale di Venezia del 1958 decretò la sua consacrazione in ambito internazionale. Negli anni parigini, oltre a frequentare personaggi del calibro di Picasso, Max Ernst e Jean Cocteau, incontrò la gallerista Hiske Maas con cui condivise tutta la vita.

Dopo una parentesi milanese, alla fine degli anni '60 la coppia decise di tornare in Calabria dove diede vita alla più grande opera di Spatari, il MuSaBa, donando così all'Aspromonte un centro culturale di rilievo internazionale.


Nicodemo di Mammola è stato un monaco vissuto nel X secolo d.C., i cui sforzi ascetici lo resero santo - fu proclamato tale nel 1613 da Urbano VIII.

Il suo messaggio di amore universale, in particolare nei confronti degli animali selvatici, ha spinto molti ad accostarlo a San Francesco d'Assisi. Vissuto per ben 90 anni, per molto tempo visse in compagnia di un cinghiale. Le sue reliquie sono conservate nella Chiesa Matrice di Mammola ed è venerato in tutta la regione, in particolare nella vicina zona di Cirò - luogo di nascita del Santo.


COSA VEDERE

Il Passo Limina è divenuto luogo di pellegrinaggio per la presenza della piccola chiesa di Maria SS. dell'Assunta e del santuario di San Nicodemo.

Quest'ultimo, situato sul Monte Kellerano, è il luogo in cui il santo visse la sua vita eremitica. Ogni 12 di maggio numerosi fedeli vengono in pellegrinaggio per la festa del patrono.


Non distante dal Passo della Limina si trova il Parco Museo di Santa Barbara, o meglio noto come MuSaBa.

Il complesso polifunzionale, ideato e realizzato da Nik Spatari e Hiske Maas, si estende intorno ai resti dell'antico complesso monastico certosino di Santa Barbara e contiene al suo interno una sintesi artistica che unisce le arti del Mediterrano: da quella Camuna del V millennio a.C. a quella contemporanea di Picasso, un vortice di colori creato dai mosaici realizzati con il contributo di centinaia di studenti delle accademie di belle arti di tutto il mondo.

I colori e la luce sono stati il linguaggio espressivo che maggiormente ha caratterizzato tutta l'opera di Nik Spatari. Tra le tante opere, la più significativa è sicuramente il “sogno di San Giobbe”, una moderna Cappella Sistina lunga 14 metri, larga 6 e alta 9. L'opera, che si estende lungo le 16 celle dell'ex chiesa di Santa Barbara, è dedicata a Tommaso Campanella.

Non solo un luogo d'arte, il MuSaBa vuole essere una sorta di "Città del Sole" e al contempo uno spazio in cui si cerca di sradicare l'incultura e l'immobilità dell'Aspromonte.

Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.

COSA MaNGIARE

Il caprino di Limina è un formaggio a pasta dura tradizionale dell'Aspromonte.

Viene realizzato con il latte delle varie razze di capre che da millenni vengono allevate allo stato brado; purtroppo negli ultimi periodi molti allevatori stanno prediligendo l'allevamento bovino, mettendo così a rischio questa antica e rara tradizione. Il caprino di Limina stagiona dagli 8 ai 12 mesi e ha un sapore leggermente piccante.

Questo formaggio è utilizzato in moltissime ricette calabresi, in particolare nelle melanzane ripiene.


Tradizionale del comune di Mammola è lo stocco di Mammola.

Lo stoccafisso entra a far parte della gastronomia calabrese a metà del XVI secolo, quando i commercianti genovesi e veneziani cominciarono a importare il merluzzo essiccato dai paesi nordici. Dal porto di Napoli partivano su piccole imbarcazioni alla volta di Pizzo Calabro; da lì, a dorso di muli, trasportavano il famoso pesce sulle montagne, dove era considerato un cibo per poveri che si poteva conservare nel lungo inverno.

Le prime notizie storiche relative allo stocco di Mammola risalgono al XIX secolo, quando si scoprì che il trattamento con le acque locali migliora di gran lunga il prodotto. Da questa sensazionale scoperta lo stocco divenne simbolo di questo territorio - certamente non a chilometro zero - e ancora oggi ci sono importanti aziende che importano e trasformano il prodotto a Mammola con l'acqua aspromontana.

Numerose le ricette basate sullo stocco: consigliamo le linguine allo stoccafisso o lo stocco alla mammolese: in umido con patate, olive e peperoni, cotto in un tegame di terracotta - tradizionale del Venerdì Santo e della vigilia di Natale, è usanza di molti emigrati portare in regalo lo stocco della loro terra.


Altro sensazionale prodotto mammolese è la ricotta affumicata.

Ottenuta con il latte di capra, ha una particolare forma: cilindrica e con la testa ingrossata, come a formare uno strano… “fungo”: alcuni sostengono che la presunta forma fallica fosse simbolo di fecondità e prosperità.

La ricotta affumicata di Mammola viene ancora realizzata con tecniche tradizionali come l'uso del rametto di fico durante l'ebollizione - per stimolare la coagulazione - o l'uso della felce nel processo di affumicatura. La ricotta viene appoggiata sulla felce posizionata sopra alle braci di castagno o di erica (che donano al prodotto sapore e odore unici) e viene fatta affumicare per 24 ore.

La consistenza della ricotta è morbida e vellutata ma può essere prodotta anche più dura, allungando il processo di affumicatura.


DOVE DORMIRE

Non vi sono strutture al Piano di Limina; occorre campeggiare con la propria tenda (c’è un’area per il campeggio libero).

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Vibo Valentia oppure da Catanzaro.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“A fine tappa incontriamo un frate, molto ospitale, che ci accoglie col sorriso e una birra fredda”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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