Text Link

Tappa

193

Rifugio Duca degli Abruzzi > Santo Stefano di Sessanio

Lunghezza
18.9
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
238
m
-
1405
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

* Cosa vuol dire?Scarica la traccia GPX

Sempre sul percorso giusto!

Usa l’app Outdooractive per utilizzare le tracce gpx e vivere le tue avventure in sicurezza.

Desktop - iOS - Android

54945873
Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Una tappa facile e praticamente priva di salite che si svolge nel magico scenario di Campo Imperatore: camminiamo in piane sconfinate tra paesaggi di cinematografica memoria.

La chicca del giorno è rappresentata dalle rovine dell'abbazia di Santa Maria del Monte.

Note particolari

La segnaletica (tanto i segnavia, quanto la cartellonistica) è spesso mancante e la traccia, in più tratti, è sommersa dalla vegetazione: bene tenere d'occhio la traccia GPS.

Per tutta la durata del percorso non si trova ombra, se non tra i ruderi dell’abbazia di Santa Maria del Monte, poco dopo il Lago di Passaneta.

Punti d'acqua assenti: portarne buona scorta.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
Paesaggistico
Culturale
Enogastronomico
RAGGIUNGIBILITà
Paesaggistico
Culturale
Enogastronomico
PERCORSO

Lasciamo il Rifugio Duca degli Abruzzi e scendiamo (250 m D- circa) su facile sentiero a tornanti fino all'osservatorio astronomico di Campo Imperatore. Attraversiamo il grande parcheggio e prendiamo una traccia, quasi invisibile, verso sud, perdendo appena quota fino a prendere una carrareccia. Poco dopo, a un bivio, teniamo la destra e iniziamo la discesa (300 m D- circa) su buon sentiero in traverso fino a Sella della Scindarella (1.814 m), da cui prendiamo la carrareccia verso sinistra, arrivando in breve ad alcuni grossi edifici abbandonati. Una breve salitina ci conduce alla strada asfaltata che attraversiamo per proseguire verso sud, in discesa (150 m D- circa), indovinando la traccia nell'erba alta.

Raggiunto il fondovalle, svoltiamo a sinistra sul largo sentiero in piano, oltrepassando il Lago di Barisciano e, dopo alcuni chilometri, quello di Passaneta. Subito dopo notiamo poco più sopra, sulla nostra sinistra, dei ruderi: sono quelli dell'abbazia di Santa Maria del Monte, che offrono l'unica ombra della tappa. Lo scenario è spettacolare: a est le piane sconfinate di Prato del Bove, a nord le forme alpine del Monte Prena (2.561 m) e del Monte Camicia (2.564 m).

Abbandoniamo il sentiero maestro e ne prendiamo uno in traverso, sulla destra, andando ad attraversare Campo delle Ginestre; quindi pieghiamo verso sud e scendiamo (200 m D- circa) fino a infilare una carrareccia che costeggia da ovest le pendici del Monte Tre Colli. Al termine di una breve salita, abbandoniamo la carrareccia e riprendiamo il sentiero, sulla destra; avvistiamo a est Rocca Calascio, dove girarono il film Ladyhawke. Poco dopo, il sentiero scende (200 m D- circa) su fondo ghiaioso fino al lago che precede il magnifico borgo medievale di Santo Stefano di Sessanio.


COSA SAPERE

Il bellissimo borgo di Santo Stefano di Sessanio nasce nei primi secoli dell'anno Mille, all'interno della Baronia di Carapelle. Nell'area, rinomata per la produzione della lana, si contavano fino a tre milioni di ovini che praticavano la transumanza (la migrazione stagionale del bestiame) da Campo Imperatore al Tavoliere delle Puglie.

La Baronia, posizionata lungo la Via degli Abruzzi che collegava Firenze a Napoli, fu acquistata nel Quattrocento dalla famiglia senese dei Piccolomini d'Aragona e ceduta nel 1579 alla famiglia dei Medici, interessata sia al commercio della lana, sia alla posizione strategica della Baronia all'interno del Regno di Napoli.


L'Abruzzo, e in particolare la Baronia di Carapelle, è stato uno dei più importanti bacini pastorali d'Italia. La pecora era una preziosissima fonte di reddito e ha permesso a quest'area di prosperare per secoli e secoli.

Con l'annessione del Regno di Napoli al Regno d'Italia, venne a decadere il diritto di pascolo nel Tavoliere delle Puglie (già parzialmente soppresso durante l'occupazione francese all’inizio del XIX secolo): istituito nel 1447 da Alfonso d'Aragona, tale diritto prevedeva il pagamento di una tassa alla Regia Dogana della Mena delle Pecore situata a Foggia.

Il commercio della lana era uno dei più importanti elementi di sviluppo economico del Regno di Napoli e la tassazione sulla pastorizia costituiva la maggior entrata economica del regno.


Santo Stefano rappresenta una degli esempi più riusciti di recupero di un borgo quasi abbandonato. Dal 1975 si sono susseguiti progetti di recupero, ma a dare l'impulso fondamentale alla vita del borgo è stato sicuramente l'albergo diffuso Sextantio, realizzato dall’imprenditore italo-svedese Daniele Kihlgren.


COSA VEDERE

La torre cilindrica, chiamata impropriamente medicea, è stata edificata nel XIV ed è il simbolo del comune di Santo Stefano di Sessanio. Distrutta dal terremoto del 2009, anche a causa di una ristrutturazione scellerata, è momentaneamente in ricostruzione; la riapertura al pubblico è prevista per la primavera del 2021.


Verso l'altopiano di Campo Imperatore si trovano i ruderi della grangia circestense di Santa Maria del Monte. La grangia era la struttura deputata alla sussistenza di un’abbazia monastica: veniva usata per lo stazionamento di mucche o cavalli e la produzione di prodotti caseari o carne. Quello di Santa Maria del Monte era particolarmente importante per la sua vicinanza a Campo Imperatore e al tratturo Magno.


Il borgo di Santo Stefano è un dedalo di vicoli, tra cui uno particolarmente stretto chiamato la bucella: una strettoia tra le case che veniva usata come punto di controllo dell’accesso al borgo. Formato dall’adiacenza di due abitazioni che non si sono potute avvicinare a causa della presenza di speroni rocciosi, ha dato vita a numerose leggende: alcune indicano questo angolo come vico del bacio, altre come punto di conta delle pecore.


COSA MaNGIARE

La lenticchia di Santo Stefano di Sessanio è una specie di montagna che si coltiva tra i 1.200  e i 1.400 m, caratterizzata dalle piccole dimensioni e dal colore scuro.

Ricca di ferro, ha una piccola produzione e oggi è un presidio Slow Food.


Nella vicina Castel Monte si produce il pecorino canestrato di Castel del Monte, altro presidio Slow Food. Il nome canestrato deriva dall'originario contenitore del formaggio, fatto di ginestre intrecciate, che ancora oggi dà forma alla superficie esterna.

Il disciplinare prevede che per la sua produzione venga utilizzato esclusivamente latte crudo delle pecore al pascolo a Campo Imperatore.


DOVE DORMIRE

La Locanda del Lago, a Santo Stefano di Sessanio. Tel. 342 363 4322


Le Case della Posta, a Santo Stefano di Sessanio. Tel. 347 971 6625


A Santo Stefano di Sessanio sono presenti numerose strutture ricettive.


COME ARRIVARE

Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.

La località raggiungibile in macchina più vicina è Campo Imperatore.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è Fiordigigli, partendo dalla città dell’Aquila. Da lì si può prendere la funivia del Gran Sasso fino a Campo Imperatore.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Il sole del pomeriggio impreziosisce le viuzze di Santo Stefano di Sessanio”

Lasciati ispirare

Va' Sentiero è anche un libro edito da Rizzoli!

Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.  

Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

ordina la tua copia!